Lavoro, crisi superata I sindacati: non basta
Assolombarda, allarme giovani-precari
Dopo nove anni, l’occupazione torna ai livelli precrisi: il 67,3 per cento a livello regionale e il 68,4 in città. Complessivamente sono al lavoro 90 mila milanesi (125 mila lombardi) in più, ma a trainare la crescita sono soprattutto i contratti a termine, che aumentano del 12,3 per cento. A pagare il prezzo più alto sono ancora i giovani: la fascia di età 15-44 perde 74 mila posti, mentre gli over 45 sono 65 mila in più. Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda: «Oggi è centrale il tema della formazione, in particolare per le nuove competenze richieste dalla trasformazione digitale».
Nove anni dopo, Milano cerca di lasciarsi alle spalle la crisi ma fa ancora fatica. E il prezzo più alto lo pagano i giovani. Raccontano questo i numeri del mercato del lavoro del 2017, esaminati nel rapporto annuale di Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil. L’anno scorso il miglioramento del quadro economico ha permesso al mercato del lavoro lombardo di ritornare, per la prima volta, al di sopra dei livelli del 2008: il 67,3 per cento di occupati contro il 66,9 registrati nove anni fa, quando iniziò la recessione. A Milano questo risultato era già stato raggiunto nel corso del 2016, ma il nuovo dato (69,5 per cento di occupati contro 68,4) consolida il trend e supera di oltre 11 punti la media nazionale, 58 per cento, ancora al di sotto degli standard pre-crisi.
Rispetto all’annus horribilis è cresciuto anche il numero degli occupati, sia a livello regionale (+125 mila) sia in città (+90 mila). Ma a trainare questa ripresa numerica è l’occupazione a tempo determinato. I contratti a termine, infatti, hanno registrato nel Tutte le notizie di cronaca e gli aggiornamenti in tempo reale sul sito Internet milano. corriere.it 2017 un incremento del 12,3 per cento e — soprattutto — sembrano destinati a produrre una modifica strutturale del mercato del lavoro ambrosiano, storicamente fondato sul 90 per cento di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, che ora sono l’88,7 per cento. E a rendere mezzo vuoto il bicchiere dell’occupazione milanese contribuisce anche un altro dato tutt’altro che marginale: un deciso squilibrio generazionale a danno dei più giovani. La fascia di età tra i 15 e i 44 anni subisce infatti un calo di 74 mila occupati in nove anni contro i 63mila occupati in più tra gli over 45, non giustificato dalla sola composizione demogra-
fica della popolazione. Di positivo, in compenso, c’è la riduzione di 7 punti del tasso di disoccupazione giovanili, che nel 2017 è sceso al 22,9 per cento, e il ridimensionamento anche del numero dei Neet (Not in education, employment or training) dal 15 al 14,2 per cento.
Complessivamente, rispetto al 2008, torna in pari l’occupazione maschile, migliora ulteriormente il saldo di quella femminile (+115 mila rispetto al +75 mila del 2016) e cresce la componente più scolarizzata a scapito dei lavoratori con un basso titolo di studio. «Oggi il tema della formazione è centrale, in particolare alla luce delle nuove competenze richieste dalla trasformazione digitale e da industria 4.0», commenta il vicepresidente di Assolombarda Mauro Chiassarini, che tuttavia sottolinea «un quadro complessivamente positivo che vede crescere il numero di imprese sul territorio e gli occupati».
Più severo il giudizio di Massimo Bonini, segretario milanese della Cgil: «Una ripresa di basso profilo che preoccupa per gli infortuni e per la divaricazione tra i diversi orientamenti innovativi e le conseguenti diseguaglianze che si determinano tra imprese e tra lavoratori della stessa impresa». Mentre Danilo Galvagni, segretario generale Cisl Milano Metropoli invita le imprese «ad assumere i giovani con contratti veri e non con stage, per motivarne lo status sociale, dare supporto psicologico, riattivare la sicurezza dei mercati: vedremo poi insieme come non aggravare economicamente le aziende». Infine Antonio Albrizio, Segretario Uil Milano Lombardia riassume così il quadro: «Siamo davvero molto lontani da dati strutturati che ci possano far parlare di un’effettiva ripresa del mercato del lavoro sul nostro territorio».