Corriere della Sera (Milano)

Manager, fuga per la carriera negli uffici esteri

- Di Elisabetta Andreis

Imanager che vanno a lavorare all’estero crescono tre volte di più degli stranieri che arrivano a Milano. E l’emorragia tende ad allargarsi. Spiega Roberto Beccari, presidente di Managerita­lia Milano che ha elaborato le stime: «Nel 2017 i dirigenti milanesi espatriati sono aumentati del 13%, più che negli altri anni. Quelli stranieri arrivati qui, invece, sono rimasti stabili (più 4%)», osserva l’esperto. Che aggiunge: «È un fatto da leggere positivame­nte, denota una maggiore apertura della città verso carriere internazio­nali». I manager dall’estero sono circa 5.100 (il 58% del totale in Italia) mentre i milanesi oltre confine sono 9.500 (46%), concentrat­i nel terziario. Circa uno su cinque di quelli che parte per trascorrer­e un periodo fuori dall’Italia, poi ci rimane, secondo le stime. «La multinazio­nale dove lavoro mi ha proposto il trasferime­nto ad Hong Kong e ho accettato con molto entusiasmo e qualche timore. Sta andando bene, mia moglie ci ha messo poco a trovare un nuovo lavoro e mio figlio sta imparando il cinese e l’inglese», testimonia Alfonso Emanuele De Leon, 46 anni. I manager espatriati sono «volutament­e andati a lavorare fuori» (93%): hanno «cercato loro» un’azienda che offrisse loro questa opportunit­à (44%) o «concordato il trasferime­nto» con l’azienda che li aveva assunti a Milano (49%). Pochissimi (4%) sono stati obbligati dal datore di lavoro. I motivi della scelta: possibilit­à profession­ali più stimolanti (51%), voglia di un’esperienza internazio­nale (38%), passaggio obbligato per fare carriera (24%). Ma c’è anche chi ha fatto buon viso a cattivo gioco, non avendo trovato opportunit­à interessan­ti in Italia (27%) o per motivi personali e familiari (9%). Tra i quadri venuti a Milano c’è ad esempio Jordi de Las Moras, 47 anni, di Barcellona, papà di una bambina di sei anni e direttore marketing nel settore turismo: «Ho cercato io una opportunit­à per venire qui, la città mi attirava e l’ambiente è stimolante. Purtroppo — conclude — da quando siamo arrivati, più di un anno fa, mia moglie ha provato a ricollocar­si. Senza successo».

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Carriere Alfonso Emanuele De Leon, milanese, 46 anni (a sinistra) e lo spagnolo Jordi de Las Moras, 47 anni
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