Gang degli hotel Furti in camera a turisti stranieri
Due fermi per ricettazione
«Avete notato qualcosa di sospetto?», hanno chiesto i poliziotti.
I due turisti americani, residenti in Texas, ospiti di un albergo all’incrocio tra viale Suzzani e viale Ca’ Granda, hanno cercato di ripercorrere tutti i loro spostamenti, i loro incontri. E alla fine hanno spiegato: «Due persone sono salite con noi in ascensore, sembravano due tipi strani. Arrivati al piano, sono entrati nella stanza accanto alla nostra».
Da quella stanza, e dal nome lasciato per la prenotazione, è iniziato il lavoro degli agenti delle Volanti. Che in poche ore sono arrivati a chiudere due fermi per ricettazione. Indagine serrata, gioielli recuperati. E il sospetto che una banda di ladri, negli ultimi mesi, abbia iniziato a battere gli alberghi di Milano, con una capacità di concepire e concludere furti piuttosto sofisticati. Ai turisti americani, nella tarda serata tra il 10 e l’11 maggio, sono stati rubati gioielli per un valore che supera i 20 mila euro.
L’operazione dell’Ufficio prevenzione generale della Questura, diretto da Maria Josè Falcicchia, ha «tagliato» i collegamenti criminali in un gruppo di rom romeni. Per prima cosa i poliziotti hanno esaminato il registro dell’hotel (la stanza indicata dai turisti derubati era già stata lasciata) e sono risaliti a chi aveva fatto la prenotazione; con quel nome in mano, hanno iniziato a scandagliare gli «alloggiati» negli altri alberghi della città. E così hanno scoperto che alla stessa identità, sempre l’11 maggio, era collegata un’altra prenotazione in un albergo di via Lambruschini, in zona Bovisa. Poche ore dopo la denuncia di furto dei turisti americani, i poliziotti sono dunque entrati in quella stanza. E hanno trovato una trentina di «pezzi» tra collane, orecchini, anelli, bracciali, un prezioso orologio Hermes con il cinturino di pelle nera. Tutti gioielli rubati nell’hotel di viale Suzzani.
In quell’albergo della Bovisa, i poliziotti hanno recuperato anche un armamentario da ladri: un trapano con varie punte, qualche cacciavite, guanti di lattice, martelli, ferri da scasso. E soprattutto hanno fermato due persone, un uomo e una donna, 28 e 26 anni, lui con qualche precedente. Se i gioielli erano un collegamento diretto con il furto in viale Suzzani, i poliziotti hanno cercato di accertare se la coppia di via Lambruschini corrispondesse alle «persone sospette» indicate nella denuncia. I turisti americani, però, non li hanno riconosciuti. Il fermo è stato fatto per ricettazione. È però il segnale che la batteria di ladri conta su più complici e che si appoggia a una base anche questa fluida (come una camera d’albergo). Resta da capire, visto che le prenotazioni sono avvenute attraverso un noto portale online, come sia stato possibile che i ladri siano riusciti ad ottenere proprio la stanza vicina a quella delle vittime.
Con certezza chi fa i furti riesce a studiare con una certa attenzione i movimenti degli altri ospiti negli alberghi. Anche se al momento non ci sono legami diretti, il 13 aprile, in un hotel di via Masaccio, era avvenuto un furto abbastanza simile. Quel giorno due ragazzi, iraniani appena sposati, erano rientrati in stanza e avevano scoperto che qualcuno aveva rubato da una cassetta di sicurezza oro e gioielli per circa 200 mila euro.