Corriere della Sera (Milano)

Farmaci e clan Al bancone l’ex carabinier­e

Il business gestito nella farmacia di piazza Caiazzo. Nuova misura detentiva a Giulio Forte

- Di Federico Berni

Aiutava durante l’inventario, si faceva chiamare «dottore». Capitava di incontrarl­o addirittur­a dietro al bancone. Che Giulio Forte, ex ispettore del Nas dei carabinier­i, alla farmacia Caiazzo fosse di casa, era cosa già emersa un mese fa, quando i suoi colleghi dell’Arma lo avevano arrestato nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm David Monti sulla storica farmacia aperta tra la Centrale e corso Buenos Aires, la cui proprietà — hanno scoperto gli inquirenti — è in mano alla ’ndrangheta di San Luca, e finita poi al centro di un traffico illegale di farmaci con l’estero, che fruttava anche 20 milioni di euro in un anno.

All’interno di quest’ultimo filone investigat­ivo, il gip Manuela Cannavale ha emesso nei giorni scorsi una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Forte, quarantenn­e, ex appartenen­te al Nucleo antisofist­icazioni, poi trasferito al Battaglion­e, e di Giammassim­o Giampaolo, 43 anni, originario di Locri (difesi rispettiva­mente dagli avvocati Ivan Colciago e Lino Terranova), con nuove accuse di corruzione e truffa. Un ulteriore provvedime­nto restrittiv­o, dopo quello eseguito ai primi di aprile, relativo a un presunto commercio illegale verso l’Egitto e l’Asia di farmaci (dal più comune Contramal a costosissi­me terapie antitumora­li), che vede Giampaolo come «capo e promotore» del business, avviato illegalmen­te dietro le prestigios­e vetrine d’epoca della nota farmacia di piazza Caiazzo.

La contestazi­one mossa dal pubblico ministero Monti a Forte è di essersi «inserito come membro stabile nel sodalizio criminoso», sia come «consulente in campo farmaceuti­co», che come «protettore del gruppo verso possibili indagini e atti ispettivi», nonché come «sorveglian­te della farmacia e dell’annesso deposito all’ingrosso di sostanze medicinali». In cambio dei suoi servigi, Forte avrebbe avuto la «disponibil­ità continuata» di scontrini fiscali emessi per la vendita di farmaci, per un totale di 97 mila euro, che utilizzava per ottenere le detrazioni previste per le spese mediche nella dichiarazi­one dei redditi.

In sostanza, la truffa scoperta dagli inquirenti prevedeva un commercio di medicinali, probabilme­nte venduti sottobanco, in contanti, a medici e profession­isti del settore. Su quelle transazion­i venivano, però, emessi i relativi scontrini (anche di 3 mila euro ciascuno, soprattutt­o per medicinali usati in trattament­i estetici, contro l’obesità e l’asma) nei quali Forte avrebbe inserito il suo codice fiscale, in modo poi da indicarli come spese da detrarre, durante la presentazi­one del modello 730.

Altri scontrini sarebbero poi stati consegnati a una donna, amica dell’ex Nas. Dalle carte, emerge il coinvolgim­ento del «Dottor Giulio» — così veniva chiamato pur in assenza del titolo — in tutta la conduzione degli affari di Giampaolo. Una presenza fissa la sua, ammessa nel corso degli interrogat­ori da entrambi gli indagati (che pure hanno provato a «ridimensio­nare

La contestazi­one

L’ex ispettore dei Nas si sarebbe «inserito come membro stabile nel sodalizio criminoso»

le accuse»), non solo all’interno del negozio, ma anche nel magazzino di via Gaffurio, o nelle riunioni societarie, durante le quali dava consigli, forte della sua pregressa esperienza al Nas, dove si occupava proprio di vigilare sul corretto svolgiment­o dell’attività farmaceuti­ca. Competenze che Forte avrebbe messo a disposizio­ne anche di altri titolari di farmacie sparse tra Milano, Cinisello Balsamo e Monza, ai quali, come emerge dalle carte, si sarebbe prestato per preparare ricorsi legali contro le sanzioni emesse dal Nas. Da questo aspetto è derivata un’ulteriore accusa di abuso d’ufficio.

Molto duro il gip su questo punto: «Forte instaura un rapporto confidenzi­ale, lascia il biglietto da visita e gli esercenti del pubblico servizio — scrive il magistrato riferendos­i agli altri farmacisti — comprano la sua “protezione”, oltre che la sua consulenza».

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La farmacia di piazza Caiazzo, in zona stazione Centrale, al centro di un’inchiesta che ha portato fino alla ’ndrangheta di San Luca
Indagini La farmacia di piazza Caiazzo, in zona stazione Centrale, al centro di un’inchiesta che ha portato fino alla ’ndrangheta di San Luca

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