Cocquio, il paese degli scacchi
Le partite a teatro e la leggenda del campione anarchico Nei bar al posto delle carte si discute di mosse, re e regine
COCQUIO TREVISAGO (VARESE) «Signori, pezzi a posto. È ora». Gli scacchisti si alzano dal tavolo della trattoria per sedersi a un altro poco distante: basta attraversare la piccola piazza di Caldana, frazione di Cocquio Trevisago, in provincia di Varese. Sono una trentina ed entrano in un teatro dove per tre giorni si sfidano a colpi di pedoni, alfieri e regine: un torneo di scacchi da disputare qui, perché questo è il paese di un mito. A Cocquio visse per quasi quarant’anni, e vi morì, Esteban Canal, uno dei più grandi scacchisti del Novecento. Nato in Perù, anarchico e giramondo, poliglotta, per le sue idee politiche arrivò in Europa, scegliendo l’Italia quale sua nuova patria: «Scelse la tranquillità della provincia dove si sposò e scrisse libri, tra cui una traduzione di Pinocchio in spagnolo», racconta Luca Monti, curatore di un testo che parla del grande campione: «Uomo di fascino e parole, conobbe personaggi come Albert Einstein, Ernest Hemingway e musicisti del calibro di Ferruccio Busoni e Andrés Segovia. Ma apprezzava anche le persone comuni che lo aiutarono quando da anziano si ritrovò in ristrettezze e per pagare l’affitto dovette dare ripetizioni di chitarra». Canal morì nel 1981, sulla sua tomba è impressa una scacchiera, ma da queste parti in tanti ancora se lo ricordano.
Giovanni Nai ha 73 anni, è uno dei partecipanti al torneo, e Canal l’ha conosciuto: «Ci fu un periodo in cui nei bar della zona, negli anni 60 e 70, invece delle carte si giocava agli scacchi. Aprivamo una bottiglia, ci si sedeva al tavolo e così passavano le ore». Lo stesso accade oggi: venerdì, primo giorno di torneo, un team di scacchisti ha analizzato e discusso le mosse nell’osteria del paese circondati da curiosi.
C’è chi, per giocare, è arrivato da lontano, come Virgilio Vuelban, originario delle Filippine, con la qualifica di Maestro Internazionale: «Venerdì alle 4 del mattino è partito da Roma con il pullman, è arrivato stravolto, ma alla fine mi ha battuto», spiega con orgoglio Gabriele Giovannini, presidente della società scacchistica, naturalmente dedicata a Esteban Canal. La più giovane tra i partecipanti al torneo ha otto anni e viene da Voghera. Uno dei più forti è invece uno svizzero di Mendrisio. E poi c’era anche Renzo Mantovani, anche lui tra i campioni, che imparò a giocare accompagnato ai tornei dal sindaco di Varese, Mario Ossola, in carica dal 1964 al 1978 e patito di scacchi. Un mese fa a Caldana è arrivato il campione italiano Luca Moroni, brianzolo. A 17 anni è già «Grande Maestro», ha sfidato in simultanea 44 avversari e ha vinto quasi tutte le partite, salvo quella con un ancora più giovane giocatore di Verbania, 13 anni, che l’ha battuto.