Insultò immigrato Licenziato
Sul bus a Lecco
LECCO «Ho perso le staffe, ma quei ragazzini al mattino mi avevano insultato e preso in giro. Quando poi nel pomeriggio il padre è salito sull’autobus per chiarire quanto accaduto, mi sono sentito aggredito. Volevo solo che pagasse il biglietto». Fabio Uccelli ha 56 anni, vive a Barzago, nella Brianza lecchese, con la moglie e i due figli, e dal 13 aprile è disoccupato. Licenziato dopo 26 anni di servizio da Asf Autolinee, l’azienda di trasporti pubblici comasca, per la violenta discussione avuta con il papà di un diciassettenne di origini marocchine, intervenuto in difesa del figlio che non aveva il titolo di viaggio. La scena è stata immortalata da alcuni utenti e il video che lo vede suo malgrado protagonista ha toni accessi e frasi forti. «Tuo figlio ci prende in giro. Vai via, interrompi il servizio. Vai al tuo paese», grida il brianzolo. «Sei razzista», replica il padre del minorenne, che ha presentato denuncia ai carabinieri. L’episodio lo scorso 6 febbraio, alla fermata di Missaglia. Il ragazzino sale e non ha il ticket. Non si tratterebbe della prima volta. Dice di aver dimenticato l’abbonamento a casa e dopo le insistenze dell’autista si fa prestare i soldi dagli amici e compra il biglietto. Al ritorno alla fermata l’uomo trova ad attenderlo il diciassettenne accompagnato da padre e fratello. La discussione, davanti agli utenti allibiti che assistono alla scena, è accesa. Due mesi dopo il licenziamento. «È stato solo l’ultimo episodio di una lunga serie — spiega l’avvocato Marco Corti, che insieme al collega Claudio Mazza, difende Fabio Uccelli—. Non si contano le minacce e gli insulti che il mio cliente ha dovuto sopportare negli anni. È stato lasciato a casa per aver preteso che un passeggero pagasse il biglietto. L’azienda invece di tutelarlo, garantendogli di poter lavorare in sicurezza, lo ha punito. Naturalmente abbiamo impugnato il provvedimento». «Un episodio gravissimo — replica Asf —. Un autista non può reagire aggredendo verbalmente e insultando i passeggeri. Avrebbe dovuto contattare un collega controllore o le forze dell’ordine, anche attraverso la funzione collegata direttamente alle centrali. È stato licenziato per il comportamento inadeguato al proprio ruolo e alle proprie responsabilità». Intanto il padre del minorenne ha ritirato la querela: «Forse sarebbe bastato un ammonimento, ma ha trattato male mio figlio».