Corriere della Sera (Milano)

Minimal, pop o hipster I tanti volti del Giappone

Tutte le novità targate Sol Levante dal «concept store» Tenoha al colorato cocktail bar Shimokita

- di Laura Vincenti

Milano o Tokyo? Per gli amanti del Giappone, della sua cultura e della sua cucina, in città ci sono nuovi indirizzi che provano a portare qualcosa di nuovo dal Paese del Sol Levante. Come Shimokita, l’ultima creatura di Luca Guelfi che dopo il messicano Canteen e il vietnamita Saigon, sempre in via Archimede ha inaugurato uno spazio dove gustare cocktail e tapas giapponesi. Mi piace molto viaggiare — racconta — e portare qui a Milano situazioni che vedo in giro per il mondo. Sei mesi fa sono stato a Tokyo: ho sempre avuto l’idea di un Giappone molto rigoroso, minimale, invece ho scoperto che è anche moderno, pop, trasgressi­vo. Da qui l’idea di un locale come quelli che si trovano a Shimokita, il quartiere hipster di Tokyo che mi è piaciuto moltissimo». Ecco allora un ambiente giovane, coloratiss­imo, divertente, caratteriz­zato dai graffiti realizzati da Mr. Wany: tra manga, videogioch­i, dj set e karaoke si possono gustare cocktail a base di sakè, come il «Geisha», e specialità giapponesi proposte in versione tapas, come Popcorn di gamberi (8 euro), yakitori, gli spiedini di pollo (7 euro). Dalle 18 alle 20 aperitivo con drink a 8 euro.

Al contrario, rispecchia il classico stile giapponese dal design minimale e dalle linee pulite Tenoha, che si distingue da tutti gli altri perché è un grandissim­o spazio dai più volti che si sviluppa su 2.500 metri quadrati: concept store per acquistare prodotti rigorosame­nte made in Japan, caffetteri­a, ristorante, coworking e zona eventi. Insomma un angolo di autentico Giappone nel cuore della milanesiss­ima zona Navigli: nato all’interno di un ex edificio industrial­e degli Anni Trenta, ad accogliere i clienti c’è un delizioso cortile verde e tranquillo. In menù piatti tipici della tradizione come il Tonkatsu, la cotoletta di maiale croccante (14 euro), o Karaage, pollo fritto (12 euro), Udon in brodo: c’è anche l’aperitivo con cocktail classici o dai profumi orientaleg­gianti (10/12 euro).

È un elegante salotto con dettagli fusion, come il grande lampadario in lingue di ottone che domina l’atmosfera, il Cinquantad­ue in Foro Bonaparte, appena aperto dagli stessi proprietar­i di Nishiki, storico giapponese fusion in corso Lodi. È ideale per chi cerca un ambiente accoglient­e e tranquillo e provare anche qualche specialità diversa dal solito, per esempio il wagyu, la pregiata carne di manzo giapponese, qui proposta in cinque varianti: nei gyoza (ravioli ripieni), in carpaccio, negli uramaki, nei classici nigiri con foie gras e nella versione alla piastra. A pranzo menù a 20 euro, la sera si spende sui 50 euro, bere escluso: c’è anche un piccolo dehors.

Nel centro storico di Milano, alla Gastronomi­a Yamamoto, non trovate il solito sushi «ma l’autentica cucina casalinga giapponese –— afferma la padrona di casa Aya Yamamoto — come il Katsu Sandu, il panino con la cotoletta di maiale, o il Kare, il riso al curry, che è un po’ come la pasta italiana: tutti lo sanno cucinare. Qui c’è anche il servizio da asporto e a pranzo proponiamo il “Bento”, che sarebbe il corrispond­ente della “schiscetta”: è bello vedere i profession­isti milanesi in giacca e cravatta che lo mangiano proprio come a Tokyo!».

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Essenziale A sinistra e sopra, Tenoha, in zona Porta Genova, che abbina cucina e design nipponici. Sotto, l’inaugurazi­one del Cinquantad­ue in Foro Bonaparte
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Per le atmosfere del suo Shimokita in via Archimede Luca Guelfi si è ispirato all’omonimo quartiere di Tokyo
(foto LaPresse) Stile hipster Per le atmosfere del suo Shimokita in via Archimede Luca Guelfi si è ispirato all’omonimo quartiere di Tokyo

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