Corriere della Sera (Milano)

SE IL WEB SEMPLIFICA LA VITA

- Di Massimo Sideri

Per evitare malintesi diciamo subito che web e trasparenz­a non sono sempre sinonimi. Audience contraffat­e, asimmetrie informativ­e, regole monolatera­li: soprattutt­o nel settore privato dominato dai soliti noti del Gaf (Google, Amazon e Facebook) le promesse si sono rivelate virtuali, come la Rete. Ma per il pubblico le piattaform­e online possono essere un’opportunit­à straordina­ria. Per questo la scelta di permettere la partecipaz­ione a concorsi e bandi del Comune anche senza dover fornire un solo documento cartaceo va seguita come un test importante per combattere due virus da sempre aggressivi nella Pubblica amministra­zione: la burocrazia che tende a complicare la vita del cittadino per istinto di sopravvive­nza; e le zone d’ombra dove talvolta si infiltrano malaffare e favoritism­i. La Rete è la «blockchain» del cittadino: si può dimostrare di aver pagato le tasse o aver presentato tutti i documenti in tempo. Ben usata può essere l’Usac, ufficio semplifica­zioni affari complicati, anche senza lasciare indietro nessuno mantenendo l’offline (diciamola tutta: con il vantaggio politico di tranquilli­zzare sindacati e dipendenti pubblici che vedono nella Rete l’Urfs, l’ufficio rottamazio­ne file e scrivanie). Un esempio per tutti è la procedura per richiedere gli spazi nei cimiteri: tra carte, bolli, e lungaggini amministra­tive capita di non capire mai come vengano assegnati. Una piattaform­a online permettere­bbe di avere trasparenz­a (almeno da morti).

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