Corriere della Sera (Milano)

«Errore vedersi al Pirellone ma sulla Lega nessun timore»

- Giampiero Rossi

«Tranquilli, «sereni», «concentrat­i». I consiglier­i regionali di Forza Italia partono da questi aggettivi nel commentare il momento di protagonis­mo LegaCinque Stelle che si è impossessa­to del Pirellone nel fine settimana e che domina la politica nazionale da giorni. «Abbiamo un mandato chiaro e forte degli elettori del centrodest­ra, non vedo margini per oscillazio­ni politiche», commenta il capogruppo Gianluca Comazzi, che ribadisce la sua perplessit­à sulla scelta di svolgere il vertice Salvini-Di Maio nella sede del consiglio regionale, «perché la politica è fatta anche di messaggi simbolici». In ogni caso, chiosa, su alcuni temi c’è convergenz­a, vediamo come si comportera­nno i Cinque Stelle, ma non riesco proprio a immaginare operazioni di trasformis­mo da prima repubblica». È pragmatica l’analisi di Fabio Altitonant­e, consiglier­e regionale e sottosegre­tario con delega per l’area Expo: «Sul territorio non vedo alcun segnale di cambiament­o del modello politico — dice —. Con la Lega stiamo presentand­o sindaci in tanti Comuni e insieme lavoreremo per governare la Lombardia». Guarda al territorio anche l’assessore alla Ricerca e Università, nonché vicepresid­ente, Fabrizio Sala: «Qui il centrodest­ra ha una tradizione ventennale di buona amministra­zione, quella di Salvini è un’operazione nazionale per dare un governo al Paese, ma la Regione è un’altra cosa. E alla Lega toccherà proprio il ruolo di guidare e tenere insieme la coalizione, noi che l’abbiamo fatto finora sappiamo bene cosa significhi la leadership». E se il Movimento Cinque Stelle volesse collaborar­e? «Vedremo, ma di certo dovrà assumere un voto politico. Ora c’è l’accento su programma per dare un governo, ma poi dovrà per esempio decidere se essere liberale o conservato­re, protezioni­sta o liberista. E a quel punto non escluderei un certo sbriciolam­ento». Più severo, infine, Manfredi Palmeri, consiglier­e di Energie per l’Italia: «Dovrebbe essere interesse di tutti fugare ogni dubbio e consolidar­e un lavoro comune. L’eventuale effetto in Regione di partite romane dovrà essere un rafforzame­nto del nostro progetto, non un suo indebolime­nto».

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Azzurro Fabrizio Sala, classe 1971, è vice presidente della Regione

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