Corriere della Sera (Milano)

Violenze seriali e minacce alla moglie Finisce in cella

- Di Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it

Chiuso nella cella di San Vittore, finalmente L.B. non potrà più aggredire la moglie, come fa praticamen­te da sempre, e terrorizza­re la donna e i loro cinque bambini, nonostante i divieti di avviciname­nto e gli arresti domiciliar­i. Lì dentro rischia di restarci per un po’. La vita della famiglia in un caseggiato in zona Niguarda non deve essere stata mai facile. Lui, 35 anni, parecchi precedenti penali, tossicodip­endente, lei, 28 anni, i loro figli sono nati uno dopo l’altro tra il 2008 e il 2014. Questo non ha impedito che la violenza imperversa­sse in casa con liti all’ordine del giorno da anni, in un crescendo che ha costretto la donna, ora assistita dall’avvocato Raffaella Parisi, a ricorrere alla polizia. Nel maggio del 2017, uscito nonostante gli arresti domiciliar­i, L.B., difeso dall’avvocato Francesco Gorini, al rientro trova la porta di casa chiusa. L’ira lo travolge, scende in strada, afferra la moglie per i capelli e la trascina fino all’appartamen­to. A gennaio scorso, come ha denunciato lei stessa, viene prima insultata di fronte ai figli e poi sbattuta contro un muro; una settimana dopo, alla minaccia «stai attenta che ti ammazzo», perché si era rifiutata di dargli dei soldi, seguono schiaffi e pugni con ferite guaribili in dieci giorni. Una relazione del dirigente del commissari­ato GrecoTurro il 24 gennaio scorso segnala alla Procura che c’è urgente bisogno di «tutelare la donna e i figli minori da ulteriori atti violenti», perché c’è il rischio che accada qualcosa ancora più grave. Fino ad allora, a L.B. è stato imposto il divieto di avvicinars­i «ai luoghi abitualmen­te frequentat­i» dalla moglie e dai figli e di contattarl­i «con qualsiasi mezzo», ma questo non lo ha fermato, visto che di notte si è scagliato a pugni contro la porta e neppure la polizia è riuscita a calmarlo. Riesce ad entrare qualche giorno dopo per prendere ancora la moglie a schiaffi e pugni provocando­le un taglio alla bocca. Il 3 marzo il gip Lidia Castellucc­i trasforma il divieto di avviciname­nto in arresti domiciliar­i. Nel frattempo, però, L.B. è già finito ai domiciliar­i per un furto fatto con la nuova compagna. Quando inizia il processo per questa vicenda, il giudice legge le carte, valuta la situazione e lo spedisce a San Vittore in custodia cautelare. Ora il pm Cristiana Roveda ha ottenuto il giudizio immediato per le violenze domestiche che porterà in settimana L.B. di fronte a un giudice.

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