Violenze seriali e minacce alla moglie Finisce in cella
Chiuso nella cella di San Vittore, finalmente L.B. non potrà più aggredire la moglie, come fa praticamente da sempre, e terrorizzare la donna e i loro cinque bambini, nonostante i divieti di avvicinamento e gli arresti domiciliari. Lì dentro rischia di restarci per un po’. La vita della famiglia in un caseggiato in zona Niguarda non deve essere stata mai facile. Lui, 35 anni, parecchi precedenti penali, tossicodipendente, lei, 28 anni, i loro figli sono nati uno dopo l’altro tra il 2008 e il 2014. Questo non ha impedito che la violenza imperversasse in casa con liti all’ordine del giorno da anni, in un crescendo che ha costretto la donna, ora assistita dall’avvocato Raffaella Parisi, a ricorrere alla polizia. Nel maggio del 2017, uscito nonostante gli arresti domiciliari, L.B., difeso dall’avvocato Francesco Gorini, al rientro trova la porta di casa chiusa. L’ira lo travolge, scende in strada, afferra la moglie per i capelli e la trascina fino all’appartamento. A gennaio scorso, come ha denunciato lei stessa, viene prima insultata di fronte ai figli e poi sbattuta contro un muro; una settimana dopo, alla minaccia «stai attenta che ti ammazzo», perché si era rifiutata di dargli dei soldi, seguono schiaffi e pugni con ferite guaribili in dieci giorni. Una relazione del dirigente del commissariato GrecoTurro il 24 gennaio scorso segnala alla Procura che c’è urgente bisogno di «tutelare la donna e i figli minori da ulteriori atti violenti», perché c’è il rischio che accada qualcosa ancora più grave. Fino ad allora, a L.B. è stato imposto il divieto di avvicinarsi «ai luoghi abitualmente frequentati» dalla moglie e dai figli e di contattarli «con qualsiasi mezzo», ma questo non lo ha fermato, visto che di notte si è scagliato a pugni contro la porta e neppure la polizia è riuscita a calmarlo. Riesce ad entrare qualche giorno dopo per prendere ancora la moglie a schiaffi e pugni provocandole un taglio alla bocca. Il 3 marzo il gip Lidia Castellucci trasforma il divieto di avvicinamento in arresti domiciliari. Nel frattempo, però, L.B. è già finito ai domiciliari per un furto fatto con la nuova compagna. Quando inizia il processo per questa vicenda, il giudice legge le carte, valuta la situazione e lo spedisce a San Vittore in custodia cautelare. Ora il pm Cristiana Roveda ha ottenuto il giudizio immediato per le violenze domestiche che porterà in settimana L.B. di fronte a un giudice.