Sala a Bruxelles per fare chiarezza: la partita Ema non è ancora chiusa
Domani l’audizione del sindaco. «Tanti i punti oscuri. Milano va ricompensata»
«Un’ingiustizia. La città deve essere risarcita». Milano è pronta a trasferirsi a Bruxelles. Domani il sindaco Beppe Sala volerà nella «capitale» dell’Unione Europea, per quella che si può definire un’operazione verità su Ema, l’Agenzia del Farmaco assegnata in modo rocambolesco ad Amsterdam. Lo farà davanti alla Commissione petizioni del Parlamento europeo su sollecitazione degli eurodeputati dei 5 Stelle che ieri hanno partecipato insieme al sindaco a una conferenza stampa a Palazzo Marino.
«Milano ha fatto uno sforzo incredibile, garantendo il dossier migliore — ha detto Sala —. Ma rimane il punto vero: questa battaglia è giustissima, Milano deve essere ricompensata perché ha subito un’ingiustizia». Tanti i punti oscuri che non tornano: dalle schede bruciate subito dopo il sorteggio, al cambio della sede provvisoria da parte di Amsterdam dopo l’aggiudicazione, all’aumento dei costi dell’affitto. A cui Sala, ieri, ne ha aggiunto un altro: «È giusto che si senta la mia voce, non solo per recriminazioni tout court ma anche per sottolineare alcuni aspetti anomali: da quanto mi risulta la “sala d’ascolto”, accesa durante tutti i lavori della mattinata, nel momento del sorteggio era spenta. Chiederò
Chiediamo il rispetto del cronoprogramma da parte di Amsterdam e che l’Ue non faccia controlli solamente formali
La città ha fatto uno sforzo incredibile garantendo il dossier migliore e ha subito una vera ingiustizia
contezza anche di questo». Speranze di ribaltare il verdetto sono poche, ma Sala non desiste: «Noi la partita non la consideriamo chiusa. Non mi interessa sapere quante possibilità abbiamo, mi interessa fare un’operazione di chiarezza davanti al parlamento. È questo lo spirito con cui ho chiesto di essere audito». La richiesta che il sindaco farà all’Europarlamento è chiara: «Noi dobbiamo chiedere in maniera ferma che ci sia grande attenzione sul rispetto del cronoprogramma da parte di Amsterdam e che i controlli dell’Ue non restino un passaggio formale. Oltre al fatto che per le prossime agenzie si tenga conto del grande sforzo che Milano ha fatto».
C’è da registrare però una polemica tra gli eurodeputati italiani. Apre le danze Patrizia Toia, capodelegazione Pd. Sintesi: i 5 Stelle non si intestino la battaglia su Ema. «Ai deputati 5 Stelle, che oggi anche con l’intervista sul Corriere di una loro esponente, si vantano di aver ottenuto l’audizione in Commissione per Ema, vogliamo ricordare che su questo dossier a fare la differenza è il lavoro di squadra, non le iniziative solitarie di chi, come loro, peraltro ha votato a favore del provvedimento di assegnazione di Ema ad Amsterdam. Noi eurodeputati siamo in prima linea da tempo e se ci sono spiragli è merito nostro e del nostro indefesso lavoro».