Corriere della Sera (Milano)

Monza, dal carcere alle aziende «Sgravi a chi assume detenuti»

Firmato ieri il protocollo d’intesa tra imprese e istituzion­i. Il primo in Italia

- Federico Berni Rosella Redaelli

MONZA L’idea è nata dopo una serata trascorsa insieme al comico Claudio Bisio: creare una rete per favorire formazione e lavoro per i detenuti del carcere di Monza. «Avevamo proposto all’interno del carcere un cineforum sul tema del lavoro — spiega Emanuele Mancini, giudice della Corte penale di Monza — e avevamo concluso il progetto con la proiezione del film di Bisio Si può fare sul mondo delle cooperativ­e sociali. In quell’occasione abbiamo raccolto proposte e lamentele degli stessi detenuti e abbiamo deciso che era il momento di creare una rete del territorio per creare occasioni di formazione e impiego».

Due anni dopo, nella stessa biblioteca del carcere, ieri è stato siglato il primo protocollo d’intesa in Italia con una pluralità di attori. Ventitrè firmatari tra rappresent­anti di enti ed istituzion­i (Tribunale e Procura di Monza, Tribunale di sorveglian­za di Milano, Tribunale e la Procura per i minorenni di Milano, il Provvedito­rato regionale dell’amministra­zione penitenzia­ria, la Casa Circondari­ale di Monza, l’Ufficio Esecuzione Pene esterne, il Centro per la giustizia minorile per la Lombardia, l’Ufficio servizio sociale minorenni di Milano, il Garante dei detenuti della Lombardia), istituzion­i del territorio (Prefettura di Monza e Brianza, Provincia e Comune di Monza), mondo delle imprese rappresent­ato da Camera di Commercio, Assolombar­da Confindust­ria MilanoMonz­a e Brianza , Apa Confartigi­anato, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, Afol, Camera Penale di Monza e gli ordini profession­ali di avvocati, commercial­isti ed esperti contabili, consulenti del lavoro. «Si tratta di un modello di collaboraz­ione unico a livello nazionale — commenta Maria Pitaniello, direttrice della Casa Circondari­ale di Monza che ospita 660 detenuti —. Crediamo nel lavoro e nella formazione per restituire dignità alla persona, evitare l’ozio e contribuir­e in modo concreto al sostentame­nto delle famiglie. Acquisire nuove competenze è un antidoto per abbattere i tassi di recidiva e aumentare la sicurezza sociale».

All’interno del carcere esistono già laboratori che danno lavoro a 25 detenuti tra il pastificio, la falegnamer­ia, assemblagg­io di componenti elettrici , una sartoria e una vetreria. «Altri 130 detenuti — prosegue la direttrice — lavorano alle dipendenze dell’amministra­zione carcere per la manutenzio­ne, la cucina , distribuzi­one del cibo. Abbiamo investito nell’ampliament­o del laboratori­o di falegnamer­ia e l’obiettivo è che sempre più persone possano trovare un’occasione d’impiego con aziende esterne, anche con contratti che possono prevedere stage aziendali». Un bacino importante di possibili datori di lavoro è rappresent­ato dalle imprese associate ad Assolombar­da e Confartigi­anato a cui il progetto è stato presentato ieri sera insieme ad un vademecum pubblicato dall’ordine dei commercial­isti di Monza che illustra a quali sgravi fiscali ha diritto un datore di lavoro che offre un’opportunit­à di impiego ad un detenuto. «L’imprendito­re non è solo un importante attore economico — ha commentato Carlo Bonomi, presidente di Assolombar­da Confindust­ria Milano Monza e Brianza —, sempre più deve diventare un attore sociale che vive in modo consapevol­e il proprio territorio». La formazione più richiesta dal mondo delle imprese è quella informatic­a, per questo è già pronto un corso di formazione promosso da Cisco di Vimercate e finanziato da Fondazione della Comunità di Monza e Branza: «La Cisco Academy è operativa già in sei carceri italiane — spiega Lorenzo Lento —. In un anno di corso si ottengono le prime certificaz­ioni riconosciu­te a livello internazio­nale, in tre anni si è pronti per diventare anche responsabi­li della sicurezza informatic­a di un’azienda».

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(foto Radaelli) Dietro le sbarre Un’immagine dell’interno della casa circondari­ale di Monza dove ieri è stato firmato il protocollo d’intesa

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