Monza, dal carcere alle aziende «Sgravi a chi assume detenuti»
Firmato ieri il protocollo d’intesa tra imprese e istituzioni. Il primo in Italia
MONZA L’idea è nata dopo una serata trascorsa insieme al comico Claudio Bisio: creare una rete per favorire formazione e lavoro per i detenuti del carcere di Monza. «Avevamo proposto all’interno del carcere un cineforum sul tema del lavoro — spiega Emanuele Mancini, giudice della Corte penale di Monza — e avevamo concluso il progetto con la proiezione del film di Bisio Si può fare sul mondo delle cooperative sociali. In quell’occasione abbiamo raccolto proposte e lamentele degli stessi detenuti e abbiamo deciso che era il momento di creare una rete del territorio per creare occasioni di formazione e impiego».
Due anni dopo, nella stessa biblioteca del carcere, ieri è stato siglato il primo protocollo d’intesa in Italia con una pluralità di attori. Ventitrè firmatari tra rappresentanti di enti ed istituzioni (Tribunale e Procura di Monza, Tribunale di sorveglianza di Milano, Tribunale e la Procura per i minorenni di Milano, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, la Casa Circondariale di Monza, l’Ufficio Esecuzione Pene esterne, il Centro per la giustizia minorile per la Lombardia, l’Ufficio servizio sociale minorenni di Milano, il Garante dei detenuti della Lombardia), istituzioni del territorio (Prefettura di Monza e Brianza, Provincia e Comune di Monza), mondo delle imprese rappresentato da Camera di Commercio, Assolombarda Confindustria MilanoMonza e Brianza , Apa Confartigianato, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, Afol, Camera Penale di Monza e gli ordini professionali di avvocati, commercialisti ed esperti contabili, consulenti del lavoro. «Si tratta di un modello di collaborazione unico a livello nazionale — commenta Maria Pitaniello, direttrice della Casa Circondariale di Monza che ospita 660 detenuti —. Crediamo nel lavoro e nella formazione per restituire dignità alla persona, evitare l’ozio e contribuire in modo concreto al sostentamento delle famiglie. Acquisire nuove competenze è un antidoto per abbattere i tassi di recidiva e aumentare la sicurezza sociale».
All’interno del carcere esistono già laboratori che danno lavoro a 25 detenuti tra il pastificio, la falegnameria, assemblaggio di componenti elettrici , una sartoria e una vetreria. «Altri 130 detenuti — prosegue la direttrice — lavorano alle dipendenze dell’amministrazione carcere per la manutenzione, la cucina , distribuzione del cibo. Abbiamo investito nell’ampliamento del laboratorio di falegnameria e l’obiettivo è che sempre più persone possano trovare un’occasione d’impiego con aziende esterne, anche con contratti che possono prevedere stage aziendali». Un bacino importante di possibili datori di lavoro è rappresentato dalle imprese associate ad Assolombarda e Confartigianato a cui il progetto è stato presentato ieri sera insieme ad un vademecum pubblicato dall’ordine dei commercialisti di Monza che illustra a quali sgravi fiscali ha diritto un datore di lavoro che offre un’opportunità di impiego ad un detenuto. «L’imprenditore non è solo un importante attore economico — ha commentato Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza —, sempre più deve diventare un attore sociale che vive in modo consapevole il proprio territorio». La formazione più richiesta dal mondo delle imprese è quella informatica, per questo è già pronto un corso di formazione promosso da Cisco di Vimercate e finanziato da Fondazione della Comunità di Monza e Branza: «La Cisco Academy è operativa già in sei carceri italiane — spiega Lorenzo Lento —. In un anno di corso si ottengono le prime certificazioni riconosciute a livello internazionale, in tre anni si è pronti per diventare anche responsabili della sicurezza informatica di un’azienda».