Droga e gelosia Uccide il collega a coltellate
Crescenzago, 21enne ucciso dopo aver offeso una donna. Le parole di sfida: vediamo se hai coraggio
«Se hai le p... adesso mi accoltelli». E lui l’ha accoltellato mortalmente. All’una della notte tra mercoledì e ieri sull’asfalto di via Meucci, all’altezza del civico 57, nella parte finale della parallela di via Padova in direzione del quartiere Adriano. Due colpi all’addome. Forti, profondi, precisi. Il 21enne William Lorini non ha fatto nemmeno in tempo a entrare nella sala operatoria del San Raffaele: è deceduto prima, tanto erano state irrecuperabili le ferite provocate dal coltello impugnato da Marco Villa, 27 anni, da lunedì collega di lavoro nel settore dell’edilizia. Villa s’è costituito ai poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale e nell’interrogatorio in Questura, davanti al magistrato di turno Sara Arduini, ha raccontato la serata di cocaina, alcolici, provocazioni, sfide e infine sangue. Insieme a killer e vittima c’era una 50enne, compagna del primo e alla guida della macchina in giro per Milano, alla ricerca di ristoranti e bar e soprattutto di dosi di droga da consumare subito, convulsamente.
Il tavolo per tre
Fonti investigative escludono come «movente» la gelosia. E sono dunque infondate alcune voci nel palazzo di via Meucci, dove la donna viveva con Villa, secondo le quali lei fosse corteggiata da Lorini, che stava provando ad avviare una relazione clandestina. La confessione di Villa conferma la ricostruzione della polizia. Grazie a quell’incontro per lavoro, i due uomini avevano subito legato. Tanto da uscire insieme. Così è stato mercoledì. L’idea era quella di una cena, dopodiché, bevuti i caffé, tutti hanno deciso di «allungare», viaggiare per Milano, fare tappa nei locali e pippare (almeno un grammo in condivisione). Terminati i soldi e le sniffate, la 50enne alla guida ha puntato via Meucci, per chiuderla lì. Probabilmente a causa dello stordimento da cocaina, Lorini ha preso in giro a ripetizione, con fare da ossesso, quella donna. Sono stati insulti non di natura sessuale ma sulle sue scarse capacità di guidare la macchina. Una, due, tre, infinite volte. Villa ha ordinato di smetterla. L’altro ha finto di non aver sentito.
Il duello e le armi
Si volevano prendere a cazzotti direttamente a bordo dell’auto. Si sono afferrati entrambi al collo. La 50enne li ha divisi. Una volta in via Meucci, la donna ha parcheggiato e Villa — secondo quanto lui stesso ha dichiarato agli agenti — ha pregato Lorini di archiviarla una volta per tutte, di far pace e andare a dormire. Lorini avrebbe sfidato Villa, nemmeno fossero stati gli antagonisti d’un duello. «Non ci chiariamo per un c..., se hai le p... adesso mi accoltelli». Villa è salito in casa, è andato in cucina, ha preso un coltello ed è sceso. Lorini intanto aveva recuperato dal furgone, parcheggiato sempre in via Meucci, il borsone degli attrezzi da lavoro. Dentro c’era anche una livella, lo strumento da muratore per determinare le pendenze delle superfici. Villa ha affrontato il rivale prima che il rivale potesse sferrare il primo colpo.
Il killer in Questura
Nel palazzo qualcuno ha chiamato i soccorsi. I poliziotti, prontamente intervenuti sul posto, hanno trovato la vittima. Villa, che era sul balcone a fumare non ha opposto resistenza: aveva lavato il coltello con del detersivo. S’è lasciato ammanettare. Poco più tardi, in Questura, ha ammesso le proprie colpe. Chi l’ha visto, ha parlato d’un uomo molto «presente», anzi «lucido». Il racconto è al vaglio degli inquirenti che non avrebbero trovato anomalie. Improbabile che le cose siano andate diversamente. Al momento la donna è considerata completamente estranea al delitto. Due i locali nei quali il terzetto è stato prima dell’epilogo. Da chi abbiano acquistato la cocaina, in questa Milano al solito inondata di polvere — è ovunque e a ogni prezzo — forse diventa un particolare ininfluente.