Curiosità, leadership e pensiero innovativo La «meglio gioventù» a scuola di futuro
Da Candy Crush a Eni, lezioni a cento talenti
Cento talenti dagli atenei di tutta Italia. Accuratamente selezionati tra 1.700 candidature e portati a Milano per una quattro giorni intensiva di formazione. Un progetto che aiuta il 93 per cento dei prescelti a trovare presto un impiego. È la ricetta di «The Future Makers», l’iniziativa di The Boston Consulting Group alla terza edizione.
Nella rosa dei cento — equamente divisi tra maschi e femmine, fascia d’età 23-26 anni, curriculum di peso — anche Martina Valera e Alvi Halili, studenti lombardi che raccontano l’esperienza conclusasi ieri. Hanno scoperto l’opportunità quasi per caso, dalle testimonianze di amici o da una ricerca in Internet e hanno scelto di tentare l’impresa.
Martina Valera «Spesso le università chiedono di concentrarsi solo sugli esami» dice Alvi, iscritto a Ingegneria gestionale al Politecnico, nato in Albania ma trasferitosi a Mantova da piccolo. «Invece penso sia importante arricchire il percorso accademico con il “far altro”». Curiosità che accomuna tutti i cento talenti che in questi quattro giorni hanno incontrato relatori d’eccezione e si sono messi alla prova in attività di gruppo. «Non siamo stati trattati da studenti, ma da professionisti — racconta Martina —. Mi sento molto cresciuta». Frequenta il primo anno della magistrale in Arts management alla Cattolica, ama conciliare il lato artistico con la precisione. «Penso mi abbiano scelto per il mio profilo dualistico e sono felice di aver trovato tanti ragazzi con la voglia di lasciare il segno».
Sono trenta gli esperti di The Boston Consulting group e gli speaker che hanno guidato i «magnifici cento» nel percorso di formazione accelerato. Voci dalla scienza, dallo sport, dal mondo dell’economia. Qualche esempio? La campionessa olimpica di scherma Valentina Vezzali, il fondatore del popolare videogioco Candy Crush Riccardo Zacconi, l’ad di Eni Claudio Descalzi e Alberto Mantovani dell’Istituto Clinico Humanitas. Intervallati ai momenti di discussione, le attività per gruppi di dieci persone. «Siamo partiti cercando di creare un buon team di lavoro — ricorda Martina —. Poi abbiamo acquisito tecniche di storytelling». Ieri, al termine del percorso, la restituzione di quanto appreso è stata sintetizzata in alcune presentazioni.
A conquistare il cuore degli studenti è stata soprattutto l’esperienza di Giacomo Sintini, pallavolista che si occupa di formazione motivazionale in scuole e aziende. «Ci ha parlato di come ha affrontato la malattia, di rivincita e riscatto. Ha commosso tutti».
Alla fine di «The Future Makers» i due ragazzi stilano un primo bilancio e fanno progetti su come investire le nuove conoscenze. Martina si sta organizzando per volare negli Stati Uniti a scrivere la tesi. «Lavorare all’estero? Penso che sia giusto se il cuore ti porta là. Serve del sano egoismo». Alvi sta per partire per un’esperienza in Francia ma punta a reinvestire le sue capacità in Italia:«Mi sono formato qui, è giusto riportare i frutti. Che cosa ho imparato? A non aver paura di circondarmi di persone più brave di me. La collaborazione è più importante e porta risultati positivi».
Ambiziosa Sono felice di aver trovato un gruppo con la voglia di lasciare il segno
Eclettico È importante arricchire il percorso di studi con il «far altro»