ANTIMAFIA IL CERCHIO VA CHIUSO
Domani si inaugura Casa Chiaravalle, che darà ospitalità alle donne vittime di violenza. Perché la struttura in cui ha trovato spazio la nuova, preziosa iniziativa era fino a pochi anni fa la villa di un boss della ‘ndrangheta. E il fatto che adesso sia patrimonio pubblico rappresenta la chiusura di un cerchio, l’ultimo passaggio della filiera della reazione all’aggressione mafiosa. Nel momento in cui un clan mafioso viene colpito è importantissimo che anche le proprietà immobiliari sequestrate e poi (eventualmente) confiscate diventino simbolo e dimostrazione permanente della vittoria dello Stato e della società civile sul contropotere della sopraffazione mafiosa. Non si tratta, quindi, di operazioni di maniera ma di sostanza. Però — appunto — tutto questo avviene soltanto dopo che la mafia ha colpito e ha conquistato un pezzo in più di territorio. E per farlo ha potuto contare sull’appoggio di chi, nella società milanese, ha trovato conveniente collaborare con il boss di turno. Ecco il cuore della lotta alle mafie: sottrarre ai clan «il capitale sociale» di cui hanno un disperato bisogno. Quello costituito da imprenditori, pubblici funzionari, professionisti, vicini di casa e da chiunque — per opportunismo o paura — ha preferito diventare amico dei mafiosi. Per decenni, qui «su al Nord», lo abbiamo detto — magari scuotendo la testa — dei meridionali. Adesso tocca a noi prendere atto del rischio che corriamo. E nel frattempo, festeggiamo ogni bene riconquistato.