Corriere della Sera (Milano)

«Più tutele per i fattorini»

Dopo l’incidente stradale in cui un rider ha perso una gamba. L’assessore Rizzoli convoca i datori di lavoro

- Gp. R.

«Sapevamo che era questione di tempo e purtroppo è successo». È amaro il commento del leader della Cgil milanese Massimo Bonini all’indomani del grave incidente «stradale» che è costato l’amputazion­e di una gamba a Francesco Iennaco, ventottenn­e che lavorava per la piattaform­a digitale Just Eat. Proprio due giorni prima, alla Camera del lavoro, il sindacato aveva presentato la sua campagna per avvicinars­i al mondo dei fattorini su due ruote e per reclamare, con loro, diritti e tutele. «Bisogna puntare il dito contro questo modello fatto di ritmi alti di lavoro per le consegne che permette di guadagnare di più — insiste Bonini —. Bisogna cambiare il modello e le aziende devono capirlo. Si apra un tavolo con le categorie di settore e si affronti tutto: rapporto di lavoro, compenso, ritmi di lavoro, sicurezza». Soltanto a Milano sono circa tremila le persone che lavorano per le consegne delle piattaform­e digitali dei cibo e non solo. «Le aziende si assumano le proprie responsabi­lità di fronte a persone che prestano lavoro subordinat­o per svolgere questo servizio senza alcuna tutela — sottolinea Luca Stanzione, segretario della Filt, sigla di categoria dei trasporti della Cgil —. Le istituzion­i, ad incomincia­re dal legislator­e, intervenga­no per garantire i livelli di sicurezza con una legge specifica».

Una posizione che, dopo il tragico incidente di giovedì, sembra mettere d’accordo tutti: dal governo regionale di centrodest­ra ai sindacati di base. «I lavoratori della cosiddetta new economy hanno diritto a forme estese di tutele e di welfare che includano anche la salute e la sicurezza», commenta infatti l’assessore al Lavoro della Lombardia Melania Rizzoli, che annuncia anche la convocazio­ne di sindacati e datori di lavoro martedì «per avviare un confronto». E dal fronte del sindacalis­mo di base, la Usb chiede un analogo incontro all’assessore comunale alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani: «È necessario che Milano si doti di un registro dei rider da cui le aziende possano chiamare i lavoratori e con il quale il Comune garantisca alcune tutele da costruire in un tavolo condiviso».

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In ospedale Francesco Iennaco con i genitori Tobia e Maria Grazia

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