«INRI» di Galante Passione moderna
Chiedendosi come fosse possibile comporre una Passione dopo l’insuperabile vertice bachiano, Carlo Galante ha trovato la sua personale risposta con «INRI», che oggi il New Made Ensemble diretto da Alessandro Calcagnile porta al Museo del Novecento (ore 20.30, via Marconi 1, ingr. lib). La sigla affissa in cima alla croce di Cristo nella musica del compositore trentino si trasforma «da grande affresco corale a diario intimo vergato da un anonimo romano che, non si sa se per dovere o interesse, segue tutta la Settimana Santa. Non è un convertito, non parla di fede, ma di una cosa che comunque capisce importante per la propria vita: la Resurrezione interessa tutti, credenti e non». La forma è quella del monologo: la voce narrante (Matteo Vitanza) legge i Vangeli e il testo di Giuseppe di Leva: «Ho seguito quella gente che seguiva quell’uomo che cavalcava un asino», «È accaduto quello che l’odore di sangue e morte faceva presagire», «Sono corso sul Calvario quasi di corsa». Il soprano Patrizia Polia intona tre salmi, le voci dell’angelo, di Maria Maddalena e di Gesù. E che sia una Passione già illuminata dalla Resurrezione lo scandiscono le ultime parole del cronista: «Un lampo, ecco che cosa mi sembra di aver visto. Gesù è uscito dal sepolcro. Ecco: io ve l’ho detto».