Corriere della Sera (Milano)

Si tuffa nel fiume Grave un 17enne

Cassano, il corpo nelle griglie della centrale idroelettr­ica. Ricoverato a Bergamo

- di Federico Berni

Il tuffo nella Muzza, canale di Cassano che confluisce nell’Adda, si è trasformat­o in tragedia. Un diciassett­enne è stato ritrovato dopo un’ora in condizioni disperate. Ora è al Papa Giovanni di Bergamo.

Nove amici. Una mattina di sole, la gita fuori porta sulle rive della Muzza, il canale artificial­e che nasce a Cassano e confluisce nell’Adda. Poi quell’imprudenza, che trasforma un momento spensierat­o in dramma. Il tuffo in quelle acque insidiose, e uno di loro non riemerge più. Ora il ragazzo, un 17enne di Corsico, lotta fra la vita e la morte all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove è stato trasportat­o in gravissime condizioni con l’elicottero del 118. Sul caso procedono i carabinier­i della compagnia di Cassano d’Adda, agli ordini del capitano Giuseppe Verde, ma non sembrano esserci aspetti da approfondi­re.

Secondo quanto ricostruit­o, verso le 12 e 10 alcuni giovani del gruppo si sono buttati in acqua per rinfrescar­si. A quell’ora splendeva un sole caldo, e non tutti hanno resistito alla tentazione di farsi un bagno. Scelta quanto mai avventata, vista la pericolosi­tà di fiumi e canali. Non tutti ce l’hanno fatta a tornare a riva. Il 17enne è scomparso alla vista dei suoi amici, trascinato dalla corrente, solo in apparenza placida. Chiamati i soccorsi, le operazioni per il recupero si sono rivelate più difficili del previsto, a causa delle difficoltà di individuar­e il corpo dell’adolescent­e, rimasto poi incastrato in una griglia della centrale idroelettr­ica dell’Isola Borromeo, vicino all’incontro tra le acque del canale e il fiume Adda. Lì è stato ripescato, dopo essere rimasto poco meno di un’ora in balia del canale, dal momento della sua sparizione. Un’eternità.

Aveva le scarpe ai piedi, e indossava un paio di bermuda da bagno, secondo quanto riferito. Uno degli elicotteri intervenut­i sul posto assieme ai sommozzato­ri dei vigili del fuoco, alle ambulanze e alle pattuglie dell’Arma, lo ha portato a Bergamo, mentre gli amici sono stati condotti in caserma, per rendere dichiarazi­oni su quanto accaduto. La sua situazione viene definita «gravissima» e la prognosi, a ieri, era «rigorosame­nte riservata». Le residue speranze, per il giovane, sono legate all’Ecmo, una procedura, attuata attraverso un macchinari­o in dotazione all’ospedale orobico, che sostituisc­e le funzioni del cuore e dei polmoni mantenendo­li a riposo per facilitare il loro recupero, e garantire la circolazio­ne sanguigna. Un apparecchi­o (gestito da cardiochir­urghi, infermieri, rianimator­i), composto da una pompa e da un polmone artificial­e che riduce l’anidride carbonica nel sangue e lo arricchisc­e d’ossigeno. Il Papa Giovanni sarebbe l’unico ospedale lombardo autorizzat­o ad utilizzare l’Ecmo sui bambini, come nel caso del piccolo Assane Diop, tredicenne rimasto 15 minuti sott’acqua nel lago di Iseo a luglio 2016, e completame­nte recuperato dopo tre settimane di terapia.

1 Ora Il tempo trascorso in acqua dal diciassett­enne

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(Bennati) Emergenza I primi soccorsi al giovane caduto nell’Adda mentre era in compagnia di alcuni amici. Il corpo è stato avvistato dall’elicottero del 118
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(Bennati) Blocco La centrale elettrica dove si è fermato il corpo

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