Si tuffa nel fiume Grave un 17enne
Cassano, il corpo nelle griglie della centrale idroelettrica. Ricoverato a Bergamo
Il tuffo nella Muzza, canale di Cassano che confluisce nell’Adda, si è trasformato in tragedia. Un diciassettenne è stato ritrovato dopo un’ora in condizioni disperate. Ora è al Papa Giovanni di Bergamo.
Nove amici. Una mattina di sole, la gita fuori porta sulle rive della Muzza, il canale artificiale che nasce a Cassano e confluisce nell’Adda. Poi quell’imprudenza, che trasforma un momento spensierato in dramma. Il tuffo in quelle acque insidiose, e uno di loro non riemerge più. Ora il ragazzo, un 17enne di Corsico, lotta fra la vita e la morte all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove è stato trasportato in gravissime condizioni con l’elicottero del 118. Sul caso procedono i carabinieri della compagnia di Cassano d’Adda, agli ordini del capitano Giuseppe Verde, ma non sembrano esserci aspetti da approfondire.
Secondo quanto ricostruito, verso le 12 e 10 alcuni giovani del gruppo si sono buttati in acqua per rinfrescarsi. A quell’ora splendeva un sole caldo, e non tutti hanno resistito alla tentazione di farsi un bagno. Scelta quanto mai avventata, vista la pericolosità di fiumi e canali. Non tutti ce l’hanno fatta a tornare a riva. Il 17enne è scomparso alla vista dei suoi amici, trascinato dalla corrente, solo in apparenza placida. Chiamati i soccorsi, le operazioni per il recupero si sono rivelate più difficili del previsto, a causa delle difficoltà di individuare il corpo dell’adolescente, rimasto poi incastrato in una griglia della centrale idroelettrica dell’Isola Borromeo, vicino all’incontro tra le acque del canale e il fiume Adda. Lì è stato ripescato, dopo essere rimasto poco meno di un’ora in balia del canale, dal momento della sua sparizione. Un’eternità.
Aveva le scarpe ai piedi, e indossava un paio di bermuda da bagno, secondo quanto riferito. Uno degli elicotteri intervenuti sul posto assieme ai sommozzatori dei vigili del fuoco, alle ambulanze e alle pattuglie dell’Arma, lo ha portato a Bergamo, mentre gli amici sono stati condotti in caserma, per rendere dichiarazioni su quanto accaduto. La sua situazione viene definita «gravissima» e la prognosi, a ieri, era «rigorosamente riservata». Le residue speranze, per il giovane, sono legate all’Ecmo, una procedura, attuata attraverso un macchinario in dotazione all’ospedale orobico, che sostituisce le funzioni del cuore e dei polmoni mantenendoli a riposo per facilitare il loro recupero, e garantire la circolazione sanguigna. Un apparecchio (gestito da cardiochirurghi, infermieri, rianimatori), composto da una pompa e da un polmone artificiale che riduce l’anidride carbonica nel sangue e lo arricchisce d’ossigeno. Il Papa Giovanni sarebbe l’unico ospedale lombardo autorizzato ad utilizzare l’Ecmo sui bambini, come nel caso del piccolo Assane Diop, tredicenne rimasto 15 minuti sott’acqua nel lago di Iseo a luglio 2016, e completamente recuperato dopo tre settimane di terapia.
1 Ora Il tempo trascorso in acqua dal diciassettenne