Violenta prostituta in auto Preso il tassista-maniaco
Un 45enne arrestato nel Pavese. La vittima: ora ho paura, torno in Romania
Sono andati ad arrestarlo a casa, nel Pavese, nella notte tra sabato e domenica, alle 4 del mattino, mentre dormiva con la moglie. In un’altra stanza riposava la figlia. G. V. D. L., 45 anni, tassista, titolare di una licenza a Milano, dove ha lavorato fino all’anno scorso per un noto radio-taxi, mentre da qualche mese (dopo una serie di contestazioni disciplinari) si muoveva in proprio con un’app, è accusato di una feroce violenza sessuale e di una rapina, circa 100 euro, strappati dalla tasca della ragazza, una prostituta, che aveva appena aggredito.
Questa storia inizia poco dopo l’una della notte del 19 aprile. Due ragazze sono sedute su una panchina, dietro il chiosco all’angolo tra via Isernia e via Salmoiraghi, nei dintorni del Monte Stella. Una ha la testa chinata, le mani sul volto, piange. L’amica l’ascolta, cerca di consolarla. È lei che si alza di scatto quando vede una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri, si fa notare, e ai militari dice: «Fermatevi, alla mia amica è successa una brutta cosa».
Nella notte, i carabinieri annotano nei dettagli il racconto della violenza: «Il tassista si è fermato, abbiamo concordato una prestazione per 20 euro, sono salita sul taxi. L’uomo mi ha chiesto una prestazione senza preservativo e mi sono rifiutata». In quel momento il l’uomo urla: «Stai ferma, ti ho pagata». Dopo la violenza, le dice: «Vai fuori dal mio taxi». La spinge giù dallo sportello, le tira dietro le scarpe, si allontana. Le indagini del Nucleo operativo della compagnia «Porta Magenta» partono da quella testimonianza. I carabinieri recuperano le immagini delle telecamere della zona, le esaminano a lungo, ma non riescono a rintracciare un taxi di cui sia leggibile la targa. Allora organizzano una serie di servizi di controllo nella zona, nelle stesse ore della tarda sera, sperando che l’uomo possa farsi rivedere. Anche perché altre ragazze che si prostituiscono in zona, tutte romene, aggiungono particolari: una è salita sullo stesso taxi, ha avuto una lite con l’uomo perché anche a lei chiedeva di non usare protezioni; in quel caso però la ragazza fu solo «cacciata» dall’auto. Una sera di qualche giorno dopo però la giovane violentata ha rivisto il taxi passare, ha riconosciuto l’uomo, ha urlato all’amica di
Il riconoscimento
La ragazza qualche giorno dopo ha rivisto l’auto e ha annotato parte della targa
guardare la targa e lei, pur se l’auto andava piuttosto veloce, è riuscita a memorizzare due lettere e tre numeri. È stato il passaggio chiave per l’identificazione, attraverso gli uffici del Comune. Il 6 maggio, di fronte ai carabinieri, la ragazza ha riconosciuto il tassista. Quel giorno ha anche detto: «Presto tornerò in Romania, a casa mia, perché sono ancora troppo spaventata per quello che mi è successo».