CAMBIARE MARCIA AL BIVIO
Il vertice sulla sicurezza con Sala, Fontana e il prefetto Lamorgese s’è svolto in contemporanea con l’esito della crisi di governo. La circostanza può far pensare che grazie ai nuovi equilibri Roma e Pirellone si dispongano a bypassare il Comune. Per non finire nell’angolo Palazzo Marino si troverebbe così a far la voce grossa in materie cavalli di battaglia della Lega, minacciando provvedimenti per rom, immigrazione, periferie, case occupate, spaccio, microcriminalità. Le semplificazioni non aiutano a capire gli eventi. Nel caso specifico, più che la prospettiva d’un isolamento, per sindaco e giunta si profila un’opportunità, che non è di sopravvivenza e strenua difesa d’una maggioranza perdente nel Paese. Può anzi costituire un rilancio di Milano e del suo ruolo. Il governo della città legato alle sorti di sinistra e Pd ha davanti due vie. La prima: rimanere intrappolato in una sorta di sindrome da accerchiamento gialloverde, difendere il fortino e le rendite di posizione, riprodurre a livello locale le stucchevoli diatribe tra renziani e anti renziani, cercare di alleggerire l’assedio con sortite che inseguono temi della tradizione socialdemocratica ma da questa gestiti in modi diversi. La seconda via è ripartire e puntare su: una visione dei valori di giustizia distributiva, sapendo che sicurezza è rimuovere le iniquità sociali, fonti di frustrazioni, disagi esistenziali, rivalse, non solo ordine pubblico.
Puntare poi su ideali di democrazia che si sviluppano con l’incontro tra persone oltreché grazie ai social, col coinvolgimento in iniziative di associazioni (veri fiumi carsici), circoli culturali, biblioteche, parrocchie; farsi esempio di stili di vita e approcci relazionali in cui l’altro è una risorsa non un rivale. La città è il luogo deputato a discutere, immaginare, monitorare la vita concreta. Qui vedi se: gli asili vanno incontro alle famiglie; le risorse sono ben distribuite tra poveri vecchi e nuovi e immigrati; le politiche per casa e lavoro sono lungimiranti (o c’è assistenzialismo); il trasporto pubblico funziona in città e per i pendolari oltreché nella Tav; la sicurezza viene da qualche divisa in più o da gente che si ritrova attorno a case, uffici, piazze, teatri, musei, campi sportivi e si parla sapendo che si sta tutti meglio se ciascuno fa la sua parte. Inattualità? Utopia? Forse. Di certo c’è un gran bisogno di idee, senza le quali il quotidiano o deprime o fa arrabbiare. La politica è un aiuto allo stare assieme bene e vien prima di alternanze e schieramenti.