Diritti dei fattorini, sciopero invisibile
Ticinese, pochi al presidio. Ma il sindacato: ora non sono più invisibili
Ieri alla Darsena solo un mini-presidio di fattorini delle consegne a domicilio, i rider delle piattaforme digitali. «Un ritorno ai primordi del sindacalismo» dicono dalla Cgil. L’assessore Tajani scrive a quattro colleghi assessori: battaglia comune sui diritti.
+Non ci sono dati sull’adesione, soltanto percezioni. Niente corteo, soltanto un presidio. Non c’è nemmeno una vera piattaforma sindacale, perché è un confronto che deve ancora nascere. Insomma, è proprio uno sciopero diverso, quello dei rider delle piattaforme digitali. «Un ritorno ai primordi del sindacalismo, quando non potevi certo sapere quanti braccianti agricoli ti avrebbero seguito», dice Luca Stanzione, segretario della Filt Cgil milanese, che ha lanciato la protesta.
In effetti se si dovesse misurarne il risultato in base ai (pochi) fattorini a due ruote che si fanno vedere al presidio organizzato nel primo pomesempre riggio in piazza XXIV Maggio, le conclusioni non sarebbero positive. C’è un po’ di apparato sindacale, un consigliere comunale (Elena Buscemi, delegata al Lavoro per la Città metropolitana), ma i giovani addetti alle consegne non arrivano alla dozzina. Raccontano la loro precarietà a pedali, in un’ora in cui le chiamate sono poche e qualcuno non è nemmeno considerato in servizio dalla app che gestisce gli spostamenti. Luca Stanzione, l’ideatore di questo primo sciopero dei rider, assicura di aver notizia di un «rallentamento nelle consegne, anche se le aziende non consentono di quantificarlo». Ma le piattaforme — da Deliveroo a Foodora, da Uber Eats a Glovo — hanno buon gioco nel dire che «lo sciopero non ha avuto impatti sul flusso delle consegne» e spiegano che un sistema fondato sulla flessibilità è per natura in grado di assorbire oscillazioni nella disponibilità di fattorini.
Ma il segretario della Filt Cgil rilancia: «Questo è soltanto un primo passo, la mobilitazione continua , il 15 giugno saremo davanti alla prefettura e nel frattempo cercheremo di sensibilizzare più lavoratori sui loro diritti e sull’importanza di un’iniziativa collettiva coordinata dal sindacato. Abbiamo già raccolto le prime iscrizioni». Mostra le foto dei rider negli uffici della Cgil e rivendica i «risultati» raggiunti con quest’iniziativa: «Guardate quanti siete — dice ai giornalisti — a dare voce alle ragioni di questi lavoratori. Questo è un risultato e altrettanto importante sarà la solidarietà dei cittadini, cioè i clienti delle piattaforme, ai quali ci rivolgeremo con una campagna di sensibilizzazione». In quel momento Stanzione non sa della lettera che l’assessore comunale alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, ha inviato ai suoi colleghi di Bologna, Torino, Roma e Firenze per invitarli a un confronto per «sollecitare una riflessione di portata nazionale sul tema» ed «elaborare una proposta condivisa e coordinata da estendere alle altre grandi città». È un altro risultato di questa settimana di mobilitazioni, seguite all’incidente in cui un giovane
Francesco Iennaco, ha perso una gamba.
Dunque le sponde istituzionali si moltiplicano. Giovedì il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna Palazzo marino in questa vicenda e ieri pomeriggio il segretario del Pd Maurizio Martina ha partecipato, insieme all’assessore Tajani, a un’iniziativa dedicata ai rider. Il passaggio che manca è il confronto con le aziende. Ma il segretario della Camera del Lavoro, Massimo Bonini, è fiducioso e rivendica il metodo del sindacalismo da strada: «Sarà una strada lunga e faticosa. Ma in futuro ci muoveremo sempre di più tra le persone e proveremo a colmare le distanze».