Corriere della Sera (Milano)

Diritti dei fattorini, sciopero invisibile

Ticinese, pochi al presidio. Ma il sindacato: ora non sono più invisibili

- di Elisabetta Andreis e Giampiero Rossi

Ieri alla Darsena solo un mini-presidio di fattorini delle consegne a domicilio, i rider delle piattaform­e digitali. «Un ritorno ai primordi del sindacalis­mo» dicono dalla Cgil. L’assessore Tajani scrive a quattro colleghi assessori: battaglia comune sui diritti.

+Non ci sono dati sull’adesione, soltanto percezioni. Niente corteo, soltanto un presidio. Non c’è nemmeno una vera piattaform­a sindacale, perché è un confronto che deve ancora nascere. Insomma, è proprio uno sciopero diverso, quello dei rider delle piattaform­e digitali. «Un ritorno ai primordi del sindacalis­mo, quando non potevi certo sapere quanti braccianti agricoli ti avrebbero seguito», dice Luca Stanzione, segretario della Filt Cgil milanese, che ha lanciato la protesta.

In effetti se si dovesse misurarne il risultato in base ai (pochi) fattorini a due ruote che si fanno vedere al presidio organizzat­o nel primo pomesempre riggio in piazza XXIV Maggio, le conclusion­i non sarebbero positive. C’è un po’ di apparato sindacale, un consiglier­e comunale (Elena Buscemi, delegata al Lavoro per la Città metropolit­ana), ma i giovani addetti alle consegne non arrivano alla dozzina. Raccontano la loro precarietà a pedali, in un’ora in cui le chiamate sono poche e qualcuno non è nemmeno considerat­o in servizio dalla app che gestisce gli spostament­i. Luca Stanzione, l’ideatore di questo primo sciopero dei rider, assicura di aver notizia di un «rallentame­nto nelle consegne, anche se le aziende non consentono di quantifica­rlo». Ma le piattaform­e — da Deliveroo a Foodora, da Uber Eats a Glovo — hanno buon gioco nel dire che «lo sciopero non ha avuto impatti sul flusso delle consegne» e spiegano che un sistema fondato sulla flessibili­tà è per natura in grado di assorbire oscillazio­ni nella disponibil­ità di fattorini.

Ma il segretario della Filt Cgil rilancia: «Questo è soltanto un primo passo, la mobilitazi­one continua , il 15 giugno saremo davanti alla prefettura e nel frattempo cercheremo di sensibiliz­zare più lavoratori sui loro diritti e sull’importanza di un’iniziativa collettiva coordinata dal sindacato. Abbiamo già raccolto le prime iscrizioni». Mostra le foto dei rider negli uffici della Cgil e rivendica i «risultati» raggiunti con quest’iniziativa: «Guardate quanti siete — dice ai giornalist­i — a dare voce alle ragioni di questi lavoratori. Questo è un risultato e altrettant­o importante sarà la solidariet­à dei cittadini, cioè i clienti delle piattaform­e, ai quali ci rivolgerem­o con una campagna di sensibiliz­zazione». In quel momento Stanzione non sa della lettera che l’assessore comunale alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, ha inviato ai suoi colleghi di Bologna, Torino, Roma e Firenze per invitarli a un confronto per «sollecitar­e una riflession­e di portata nazionale sul tema» ed «elaborare una proposta condivisa e coordinata da estendere alle altre grandi città». È un altro risultato di questa settimana di mobilitazi­oni, seguite all’incidente in cui un giovane

Francesco Iennaco, ha perso una gamba.

Dunque le sponde istituzion­ali si moltiplica­no. Giovedì il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna Palazzo marino in questa vicenda e ieri pomeriggio il segretario del Pd Maurizio Martina ha partecipat­o, insieme all’assessore Tajani, a un’iniziativa dedicata ai rider. Il passaggio che manca è il confronto con le aziende. Ma il segretario della Camera del Lavoro, Massimo Bonini, è fiducioso e rivendica il metodo del sindacalis­mo da strada: «Sarà una strada lunga e faticosa. Ma in futuro ci muoveremo sempre di più tra le persone e proveremo a colmare le distanze».

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Il presidio La protesta dei fattorini in piazza 24 Maggio
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