Corriere della Sera (Milano)

Un risarcimen­to al prof eroe dell’Artico

Statale, ripristina­to il premio intitolato al fisico Pontremoli. «Sanata la ferita fascista»

- di Sara Bettoni

La carta che certifica l’ingiustizi­a è riapparsa qualche settimana fa. Giusto in tempo per le celebrazio­ni dei 90 anni dall’epopea del dirigibile «Italia». Alla spedizione in Artide partecipò anche Aldo Pontremoli, docente di Fisica teorica all’allora Regia Università degli Studi di Milano. «Era tra gli incaricati degli esperiment­i a bordo» ricorda Leonardo Gariboldi, ricercator­e di Storia della fisica in Statale.

E aveva pure realizzato gran parte della strumentaz­ione. Si augurava di servire «anche a costo di ogni sacrificio, le fortune scientific­he della Patria». Ma non fece mai ritorno dal Polo Nord. Il 25 maggio 1928 rimase sulla parte del dirigibile che riprese quota dopo la caduta sui ghiacci e la rottura. I resti suoi e degli altri cinque compagni non sono stati tuttora ritrovati.

«Per onorare la memoria di Pontremoli la madre Lucia Luzzatti fece istituire una borsa di studio — continua Gariboldi — che venne erogata a partire dal 1931». Donò all’università 50 mila lire in titoli con rendimento del 5 per cento. Ovvero 2.500 lire per chi, studente di Fisica del secondo biennio, fosse riuscito a superare un apposito concorso. All’edizione numero uno vinse Olga Bertoli, prima donna laureata in quella specialità a Milano. L’iniziativa proseguì per alcuni anni, poi si interruppe bruscament­e nel 1938 con l’emanazione delle leggi razziali sotto il regime fascista.

«Immaginava­mo che la fine della borsa di studio fosse legata all’antisemiti­smo. Pontremoli era di origine ebraica». Il ricercator­e all’Archivio di Stato di Roma ha trovato le tracce del premio, poi le suppliche di Lucia Luzzatti per ripristina­rlo. «Era figlia di un ex presidente del Consiglio dei ministri, per questo “esonerata” dalle leggi razziali. Chiedeva che si facesse lo stesso con la memoria di Aldo Pontremoli». Continue missive, rinvii da Roma. Solo nel 1940 le si rispose che era necessaria una decisione di Benito Mussolini, mai arrivata. L’ultimo rimpallo è del 1944. La fine della Seconda Guerra Mondiale e il crollo del valore della lira fa il resto. Al puzzle però mancava un tassello: la circolare che affossò la borsa di studio. Gariboldi l’ha ripescata in via Noto, all’archivio storico della Statale nel Centro Apice. Un documento del ministro Giuseppe Bottai dispone che i lasciti intitolati «a persone di razza ebraica... non debbano essere accettati».

L’ultima tessera arriva dalla Statale: la riattivazi­one dell’iniziativa dal prossimo anno accademico. «Si tratterà di un premio di laurea di circa 3 mila euro». Ovviamente per gli studenti del dipartimen­to in cui insegnò lo scienziato. L’annuncio è stato dato dal rettore Gianluca Vago al Museo della Scienza e della Tecnologia nell’evento di mercoledì dedicato al dirigibile «Italia». A ringraziar­e, gli eredi di Pontremoli.

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Scienziato Aldo Pontremoli (a sinistra)
 ??  ?? La circolare
Il documento che «cancella» le borse di studio intitolate a ebrei (Centro Apice, Archivio storico)
La circolare Il documento che «cancella» le borse di studio intitolate a ebrei (Centro Apice, Archivio storico)

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