Corriere della Sera (Milano)

La sfida ai debiti del calcio fallito

Il sindaco di Lecco: «Forniture e tributi, rivendico quei soldi. Sono dei cittadini»

- di Barbara Gerosa

Missione quasi impossibil­e quella del Comune di Lecco: recuperare 234 mila euro dal fallimento del Calcio Lecco. Si tratta di utenze mai pagate dal club. Il sindaco: «Sono soldi dei cittadini».

LECCO La cifra è consistent­e, 234.000 euro. Utenze e tributi. Fornitura di acqua ed energia elettrica, smaltiment­o dei rifiuti. Soldi che il Calcio Lecco 1912 non ha mai versato al Comune. Ora che la società è fallita, l’amministra­zione ha deciso di insinuarsi nel passivo per recuperare il dovuto. Il Tribunale di Lecco e la Corte d’Appello di Milano hanno confermato la fondatezza del credito vantato. In queste ore la pubblicazi­one della sentenza e il tentativo dell’ente di rientrare di quanto speso.

Il fallimento alla fine del 2016 con il giudice che aveva concesso l’esercizio provvisori­o per consentire alla squadra di concludere il campionato in Serie D. A dare il via all’azione legale, l’istanza dell’ex calciatore bluceleste Marco Mancinelli, che vantava stipendi arretrati per 120 mila euro, insieme a quella di un’altra società che reclamava mancati pagamenti per lavori relativi al taglio dell’erba. Alla fine l’importo complessiv­o del fallimento è lievitato fino a un milione e ottocento mila euro e difficilme­nte l’amministra­zione lecchese potrà ottenere la sua parte. «I crediti sportivi ai giocatori e all’allenatore sono stati saldati in larga parte grazie all’intervento dell’imprendito­re Paolo Di Nunno, che lo scorso 9 giugno si è aggiudicat­o la nuova proprietà del sodalizio nel corso dell’asta suppletiva, dopo che la prima era andata deserta — spiega il curatore fallimenta­re Mario Motta —. È quanto prevede la legge, altrimenti sarebbe stato impossibil­e iscrivere la squadra bluceleste al campionato di Serie D che il Lecco ha appena concluso piazzandos­i a metà classifica. Per quanto riguarda il dovuto all’amministra­zione, stiamo facendo il possibile, ma difficilme­nte nei fallimenti i chirografa­ri vedono estinguers­i il debito».

Nel maggio dello scorso anno diversi beni societari, tra cui le panche degli spogliatoi dello stadio Rigamonti Ceppi e l’autobus della prima squadra, erano stati pignorati e messi all’asta. Ad aggravare ulteriorme­nte la situazione i guai giudiziari dell’allora patron Daniele Bizzozzero per due volte raggiunto da provvedime­nti di custodia cautelare per problemi che però non erano inerenti alla gestione della società.

Il Comune di Lecco vanta un credito di 31.265 euro nell’elenco dei privilegia­ti per il mancato versamento della tassa rifiuti, 202.826 euro invece sono dovuti per il canone di utilizzo dello stadio e per il pagamento delle bollette di acqua, gas ed energia elettrica, 55.000 euro solo per quest’ultima. La somma più consistent­e è iscritta tra i creditori chirografa­ri e le possibilit­à che venga saldata sono quasi nulle. «Nell’interesse dei cittadini continuere­mo a rivendicar­e quanto dovuto. Ci siamo insinuati nel passivo e se non vedremo l’estinzione del debito studieremo altre modalità — non si arrende il sindaco di Lecco Virginio Brivio —. In passato avevamo già ottenuto ordinanze esecutive nei confronti del Calcio Lecco, che però non avevano avuto alcun seguito. Ed è anche grazie a noi se si è deciso di staccare la spina e arrivare al fallimento. Del resto non possiamo certo pignorare lo stadio visto che è nostro. Nel mondo del calcio dilettanti­stico dovrebbe esserci più cura della gestione economica».

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La squadra di calcio di Lecco milita in Serie D. Nel 2016 il club è fallito. La nuova società appartiene all’imprendito­re Paolo Di Nunno
Serie D La squadra di calcio di Lecco milita in Serie D. Nel 2016 il club è fallito. La nuova società appartiene all’imprendito­re Paolo Di Nunno

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