Appalti e ritardi I cantieri infiniti degli ospedali
Policlinico e San Paolo, oltre dieci anni di attesa
Cantieri infiniti al Policlinico, dal 2007 in attesa dei nuovi padiglioni da 900 posti letto. Un anno fa il progetto di Stefano Boeri (dal costo di 266 milioni) era stato presentato con l’annuncio dell’apertura definitiva nel 2022. Ma adesso arriva l’annuncio di uno slittamento di altri due anni. Anche al San Paolo, uno degli ospedali più grandi della città, ancora si attende il nuovo Pronto soccorso nonostante i 13 milioni di investimenti negli ultimi dieci anni.
Cantieri infiniti per il Policlinico, lo storico ospedale universitario che attende i nuovi padiglioni con 900 posti letto dal 2007 (anche se la decisione di riqualificarlo risale addirittura a prima, ossia al Duemila, quando il ministro della Salute è Umberto Veronesi, il governatore Roberto Formigoni e il sindaco Gabriele Albertini). Dopo ritardi inauditi, un anno fa (esattamente lo scorso 29 giugno) in una conferenza stampa organizzata in pompa magna, il Policlinico firmato dall’archistar Stefano Boeri e dal costo complessivo di 266 milioni di euro sembra finalmente pronto a partire: «Gara d’appalto entro fine 2017, chiusura cantieri nel 2021, traslochi e collaudi nel 2022», è il cronoprogramma annunciato da Marco Giachetti, presidente in quota Lega della fondazione Ca’ Granda Policlinico. Oggi è lui stesso, con gran franchezza, a correggere il tiro: «Fine dei lavori nel dicembre 2023 — dice al Corriere —. Poi il trasferimento nel 2024». Uno slittamento in pratica di altri due anni: del resto non è ancora stata pubblicata neppure la gara d’appalto per la costruzione degli edifici, annunciata per la fine del 2017. Il motivo? Il 3 novembre 2017 fallisce l’impresa Fratelli Baraldi incaricata delle demolizioni delle fondamenta e delle bonifiche dei terreni. «Le subentra — spiega Giachetti — la Global Costruzioni che acquista dalla prima un ramo d’azienda».
Il punto d’osservazione migliore per vedere il cantiere in corso si raggiunge da una scaletta dietro al padiglione Zonda, a due passi dall’ingresso di via Lamarmora. Ripetute visite tra il 15 e il 29 maggio permettono di verificare la lentezza degli interventi lamentata da più d’un medico dell’ospedale. Sulla spianata di 22 mila metri quadrati rimasta dopo l’abbattimento dei vecchi padiglioni lavorano cinque operai e cinque tecnici quando sono tanti. E in funzione, nei giorni migliori, ci sono due escavatori e un camion: bisogna fare uno scavo di quattro metri, rimuovere la terra e preparare il passaggio di tubature e condotte. Al bar Nuovo Antenore, dirimpetto al cantiere, allargano le braccia: «Il nuovo Policlinico? Forse faranno in tempo a vederlo i nostri figli».
Un’odissea. Il 13 febbraio 2007 viene aperto il concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione dell’ospedale: il 6 dicembre viene
designata come vincitrice la cordata guidata da Techint spa di Gianfelice Rocca e da Boeri Studio a cui — due anni più tardi, nel 2009 — è conferito l’incarico per la progettazione preliminare e definitiva, la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza. Devono, poi, essere pubblicate altre tre gare d’appalto: per la demolizione dei padiglioni e la rimozione dell’amianto; per la demolizione delle fondamenta e le bonifiche dei terreni; per la costruzione degli edifici. Il meccanismo si inceppa per le vicissitudini della Fratelli Baraldi, prima in odore di rapporti con la ‘ndrangheta, poi in gravi difficoltà economiche, fino al suo fallimento.
Negli ultimi mesi complicazioni ulteriori arrivano: 1) dalla roggia Bolagnos, un canale sotterraneo, destinato all’irrigazione dei campi a Sud di Milano, che risale al 1500 e passa proprio sotto l’ospedale (la sua presenza porta alla necessità di modificare il piano d’intervento); 2) da incombenze tecnico burocratico legate al nuovo codice degli appalti dell’aprile 2016; 3) dalla necessità di rivedere il progetto per renderlo più attuale visti gli anni trascorsi. Ci sarebbe da essere demoralizzati, ma Giachetti non lo è: «È stato fatto di più negli ultimi due anni e mezzo (dal 2016 a oggi) che dal 2007 alla fine del 2015». Ovviamente il mandato di Giachetti alla presidenza del Policlinico è del gennaio 2016, quando prende il posto dell’ex leader di Cl Giancarlo Cesana. Comunque sia, il paragone è poco confortante. Alle 16 del 29 maggio il lato del cantiere che corre lungo la clinica Mangiagalli è scavato. Ci sono volute due settimane. Nel fossato gli operai inseriscono i blocchi di cemento. Sono al lavoro in due, su altrettanti mezzi. Sono posati tubi arancioni in cui si sente scorrere l’acqua.
Il cartello affisso sul cancello interno indica ancora 365 giorni di lavoro previsti a partire dal 10 settembre 2014.