Sant’Ambrogio, la trincea M4 affossa gli affari
Commercianti in crisi ai bordi dello scavo M4 «Non possiamo più permetterci l’affitto» Appello al Comune
Saracinesche abbassate in via De Amicis, «dove tanti negozi hanno chiuso definitivamente», i commercianti attorno alla stazione di Sant’Ambrogio dopo due anni di «resistenza» temono lo stesso destino. Colpa dello slittamento della fine dei cantieri della linea M4 del metrò che «ci stanno mettendo in ginocchio — giurano —, altri cinque anni non ce la faremo».
I timori per il futuro hanno le sembianze delle saracinesche abbassate in strade non molto distanti. «In via De Amicis tanti negozi hanno chiuso definitivamente». Dopo due anni di «resistenza», i commercianti attorno alla stazione di Sant’Ambrogio non ce la fanno più. I cantieri della nuova linea metropolitana, la M4, «ci stanno mettendo in ginocchio». E con l’ultimo cronoprogramma ufficializzato qualche giorno fa dal Comune, la battaglia per la sopravvivenza dovrà proseguire per altri cinque anni. In questa tratta, il primo treno correrà solo nell’estate del 2023. «Nessuno mette in dubbio l’importanza di questo progetto», premette Alessandro Belgiojoso del comitato Sant’Ambrogio-Carducci-San Vittore: «È un’infrastruttura che porterà benefici a tutti. Il problema però è che rischiamo di arrivare alla fine dei lavori con le attività commerciali ormai sfiancate da anni di difficoltà».
A soffrire in particolare è via San Vittore: già stretta, s’è trasformata in un budello pedonale tortuoso tra le transenne. Carlo Pellegrini, 76 anni, titolare dello storico fruttivendolo «La casa della frutta», non ci gira attorno. «Siamo tutti in difficoltà: ogni giorno che passa perdiamo qualche cliente, e quelli non li recuperi più, nemmeno quando avranno chiuso il cantiere». Il «crollo» dei fatturati, dice, è stato generalizzato: «Meno 30, meno 40, meno 50 per cento». I motivi sono tanti, e hanno tutti a che fare con il progetto: «Non solo non c’è più il transito delle auto — spiega —, ma in alcuni punti anche passare a piedi è difficile tanto è stretto il sentiero: io sono stato costretto a togliere l’esposizione di fronte alle vetrine. Senza contare poi il rumore. Capisco che molte persone preferiscano evitare d’infilarsi qui». Ma se cala il fatturato, le spese fisse restano, «però piuttosto che lasciare a casa gente che lavora con me da anni preferisco rinunciare a qualcosa io. E guardi, sono stato fortunato — racconta — perché prima che iniziassero i lavori sono riuscito a spostarmi di qualche decina di metri, evitando il tratto più penalizzato».
Dal comitato segnalano le difficoltà di molti commercianti a pagare l’affitto. «Questo è l’altra faccia del problema», spiega Pietro Linzalone, della libreria «Il Trittico», attiva da 40 anni. «Oltre al crollo vertiginoso dei clienti, c’è il rapporto con le proprietà: c’è chi ha capito le difficoltà ed è andato incontro ai negozianti, in altri casi no. Il risultato è che i meno fortunati non ce la fanno più a pagare. E interventi spot come i bandi del Comune, nonostante l’ottima collaborazione con gli uffici, non possono bastare, perché purtroppo non è semplice accedere agli aiuti e poi dovrebbero essere programmati in modo da poter avere maggiori certezze».
Qualcuno s’è dovuto ingegnare per trattenere la clientela. Umberto Fusco, del ristorante «Bebel», «purtroppo al centro del cantiere», ha scelto di offrire un servizio in più: «Ho fatto a mie spese un abbonamento con un parcheggio vicino per offrire la possibilità di un posto auto gratis dove lasciare la macchina. Questo ci sta aiutando parecchio a non subire l’impatto, ma molto dipenderà da come proseguirà il cantiere».
A preoccupare è il ritmo dei lavori. «Vediamo sempre pochi operai — affermano dal comitato — e dopo due anni devono ancora iniziare lo scavo vero e proprio della stazione». Da Palazzo Marino confermano il nuovo calendario: «Stiamo andando avanti e stiamo provando a ridurre quanto più possibile i disagi — afferma l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli —. In via San Vittore abbiamo installato cesate trasparenti per non oscurare le insegne. Abbiamo mantenuto la fermata del bus. Abbiamo lasciato sempre aperta al traffico via Carducci. Certo, spostare le fognature ha portato via più tempo del previsto, ma nulla di preoccupante». E sugli aiuti ai negozianti? «Sappiamo che i lavori stanno creando disagi — risponde l’assessore Cristina Tajani —, per questo un nuovo bando sarà lanciato subito dopo l’estate. Nella storia cittadina della costruzione delle linee metropolitane non ci sono mai stati stanziamenti così importanti per gli indennizzi».
Il flop In via De Amicis tanti negozi hanno già chiuso definitivamente bottega
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