Cumuli di macerie nel Pronto soccorso del San Paolo atteso da 16 anni
Solo una parete divide i pazienti dal degrado
Foto choc che documentano macerie, muri che cadono a pezzi e sporcizia a neppure cento metri da dove vengono curati i malati. C’è solo un sottile muro in cartongesso a separare il degrado più totale dai pazienti. Succede a Milano, in uno dei più frequentati ospedali della città. Dieci anni e 7,5 milioni di soldi pubblici stanziati a fine 2008 non sono bastati per realizzare il Pronto soccorso, tuttora un cantiere abbandonato alla faccia degli 80 mila utenti l’anno che si rivolgono per le urgenze al San Paolo, quartiere Barona, periferia meridionale. Un Pronto soccorso che — come emerge dai documenti ufficiali — funziona solo al 50 per cento ed è in grande difficoltà tra sovraffollamento e attese infinite. E non è servito a fare procedere i lavori neppure l’ulteriore finanziamento da parte dell’assessorato alla Sanità di altri 5,5 milioni di euro che risale esattamente a un anno fa: il cuore dell’ospedale è ancora sventrato.
La richiesta di fondi risale addirittura al 2002. Serve una ristrutturazione, è la spiegazione di allora, perché il Pronto soccorso del San Paolo è l’unico a non essere stato rinnovato tra quelli dei grandi ospedali milanesi. Il primo finanziamento di 7,5 milioni arriva nel dicembre 2008 diviso tra ministero della Salute e Regione Lombardia. Il 29 aprile 2009 vince la gara d’appalto per la progettazione definitiva ed esecutiva una cordata guidata dalle imprese Arsis Costruzioni e Gozzo Impianti (la prima poi, a un certo punto, viene incorporata dalla seconda). Da allora avrebbero dovuto esserci 890 giorni di cantiere: «I lavori dovranno essere realizzati per fasi successive al fine di non interrompere l’attività sanitaria: saranno possibili (e necessarie!) delle riduzioni d’attività, ma non è prevista la chiusura totale degli accessi — comunicano in quel frangente i vertici dell’ospedale —. Certo, i tempi non sono immediati e i lavori saranno sicuramente fonte di disagi per il personale e i pazienti, ma nel 2012 anche il San Paolo avrà finalmente un Pronto soccorso adeguato agli 80 mila pazienti che ogni anno vi si recano». Nei successivi sei anni viene semplicemente spaccato tutto quel che c’è. L’11 novembre 2015 i vertici del San Paolo prendono atto del fallimento della Gozzo Impianti, l’impresa che avrebbe dovuto costruire ma è finita schiacciata dai debiti.
Negli ultimi documenti approvati dai vertici dell’ospedale lo scorso 20 dicembre , dopo il finanziamento dell’assessorato di Giulio Gallera degli altri 5,5 milioni, si legge: «Il Pronto soccorso lavora in situazione di grande difficoltà; si rende pertanto urgente ultimare i lavori e completare gli spazi inutilizzati del Pronto soccorso». Peccato che il vecchio progetto sia ormai superato: «La direzione strategica ritiene di voler modificare quanto previsto, volendo realizzare un’area di alta intensità di cura, e pertanto si rende necessario procedere alla progettazione esecutiva del nuovo intervento». Ripartono le relazioni tecniche, le riunioni al vertice, le gare d’appalto. Se tutto andrà per il meglio i lavori riprenderanno a settembre. Forse, il nuovo Pronto Soccorso del San Paolo riuscirà a vedere la luce prima che l’intero ospedale venga dismesso. In Regione c’è un dossier che dovrà essere esaminato anche dal governatore Attilio Fontana per la costruzione di un nuovo ospedale a San Cristoforo che riunisca San Paolo e San Carlo.