Pulizia degli sgorbi e spazio alla fantasia: il processo al decoro tra vandalismo e arte
L’ accusa a Ivan Tresoldi, il poeta di strada a giudizio per le scritte sui muri, mi sembra spropositata rispetto a ben più gravi deturpazioni. Ormai abbiamo imparato a distinguere imbrattamenti e street art. Vorrei però che Milano si ripulisse dagli sgorbi, separando fantasia creativa e vandalismo. Due battaglie in una.
Caro Schiavi, in questi giorni è emerso che ancora una volta il Comune si accanisce contro un artista, Ivan (il poeta), screditando la sua arte, paragonata a un gesto vandalico. Manifesto la mia solidarietà a una figura di spicco della cultura milanese e nazionale. Una personalità geniale come Ivan, che si esprime attraverso pratiche artistiche (talvolta necessariamente senza un permesso scritto a causa dell’urgenza creativa, arricchendo il paesaggio urbano di senso e bellezza), attività di solidarietà (si è speso centinaia di volte per i diritti di minoranze) e imprenditorialità culturale ( fondatore di startup e promotore di decine di eventi), non può essere processata rischiando multe o limitazioni di libertà, a causa di una legge orba e poco coerente con il tema dell’arte. Chiedo ai cittadini di riflettere su quanto accade e di schierarsi a favore dell’Arte senza se e senza ma! #piùivanpertutti.
Bros
Caro Bros, anche un incallito nemico degli scarabocchi sui muri come il sottoscritto ha imparato a distinguere tra i vandalismi e la street art, tra gli stupidi imbrattamenti e gli emuli di Banksy. L’accusa a Ivan, poeta writer finito a giudizio per una scritta sui muri della Bicocca, mi sembra spropositata rispetto a ben più gravi deturpazioni dei muri. Vorrei però che Milano ripulisse i muri dagli inutili sgorbi, separando così la fantasia creativa dal vandalismo. Due battaglie in una.