Corriere della Sera (Milano)

Leia, prodigio a 11 anni Dal violino giocattolo ai palchi del mondo

- di Enrico Parola

Aquattro anni ha tenuto il primo concerto davanti a duemila persone; a sei la sua prima tournée in Spagna. E ora a 11 debutta in Italia al Conservato­rio. Intervista alla bambina prodigio Leia Zhu, violinista britannica di origini cinesi.

Fosse solo una bambina prodigio avrebbe debuttato agli «Incontri Musical»; invece stasera la Società dei Concerti offre a Leia Zhu la sua vetrina più prestigios­a, la sala Verdi del Conservato­rio. Perché nonostante abbia 11 anni la violinista britannica di origini cinesi non è solo un fenomeno dell’archetto, ma può già esibire una personalit­à musicale assoluta e un curriculum prestigios­o: grandi sale, i Concerto di Sibelius, Brahms, Paganini e Ciajkovski­j, quest’ultimo a Mosca con Fedoseyev.

Come ti sei avvicinata alla musica?

«Mia mamma non suona ma è un’appassiona­ta, e in casa c’era sempre musica; mi racconta che quando toglieva la classica per ascoltare pop o rock mi mettevo a piangere finché non ricambiava». Perché il violino?

«Mi piacque subito per la dolce purezza del timbro, la profondità della risonanza e per i virtuosism­i che si potevano realizzare. A tre anni mi regalarono un violino giocattolo: divenne il mio gioco preferito. Oggi quando sono un po’ triste lo imbraccio e la giornata cambia subito».

Il primo concerto?

«A quattro anni, a Newcastle, l’Humoresque di Dvorak, davanti a 2mila persone che mi sembravano così grandi... Gli applausi mi esaltarono, scesa dal palco mi dissi che avrei voluto subito e tante volte ripetere quell’esperienza». Il primo momento importante?

«A sei anni, una tournée in Spagna con un’orchestra americana: tre settimane e nove città. Mi divertivo da morire, mi ripetevo: questa è la vita che voglio».

E la stai avendo?

«Sì. Solo per concerti e tournée ho viaggiato in aereo per oltre 80mila miglia, ho suonato alla Philharmon­ie di Berlino, al Barbican Center, alla Ciajkovski­j Concert Hall». Dunque quandi sei sul palco non sei mai nervosa. «No. Piuttosto provo un bruciante desiderio di mostrare al pubblico il mio entusiasmo, la felicità di essere parte di una grande storia e di rendere attuale la tradizione della musica classica. A sette anni, dopo un recital, incontrai una ragazzina che mi disse: ”Mi hai fatto venir voglia di imparare a suonare”».

Che effetto ti fa essere molto più giovane di tutti i musicisti con cui suoni? «Quando parlo di musica non faccio attenzione all’età, l’età non è un problema quando si parla il linguaggio della musica».

Come riesci a conciliare le tournée con la scuola? «Ovviamente perdo tanti giorni, ma il supporto che mi dà la scuola è fantastico: lezioni online e quando torno lezioni personali con i docenti. I maestri e i compagni mi seguono su youtube e facebook, sanno che cosa suono e dove. Quando ci ritroviamo mi chiedono sempre di raccontare come è andata. Tutto questo è molto bello!».

Riesci a trovare il tempo per giocare?

«Certo! Al computer: sono cresciuta con Angry Birds e Mincraft, ora il mio preferito è Roblox. Mi piace giocare a ping-pong, nuotare, sfidare papà a golf. Seguo il calcio, anche italiano, tra le vostre squadre mi piace il Milan». Hobby?

«Suono il pianoforte, scrivo storie e recito: cose serie che cerco di coltivare quando il tempo me lo consente».

La vita della concertist­a non sembra togliere nulla alla vita «normale».

«È vero: mi sta offrendo opportunit­à altrimenti impossibil­i, come vedere città e Paesi lontani, conoscere culture e persone molto diverse. Speriamo che continui».

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Talento Qui sopra Leia Zhu in concerto. Stasera eseguirà musiche di Mozart, Paganini e Beethoven al Conservato­rio
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Enfant prodige Qui accanto, Leia Zhu, 11 anni, in tenuta da concerto con il suo inseparabi­le violino

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