Corriere della Sera (Milano)

Il duello sulle famiglie arcobaleno

Registrati nove figli di sole mamme. «Noi aperti sui diritti». L’altolà di Salvini e Fontana

- Giannattas­io e Tebano

Da ieri nove bambini milanesi hanno ufficialme­nte due madri ciascuno, entrambe riconosciu­te come genitori. A firmare la registrazi­one, il sindaco Sala: «Loro sono fieri di essere populisti, noi di rappresent­are Milano che è una città aperta che riconosce i diritti di tutti».

Prima di tutto «gioia». Prima delle polemiche che inevitabil­mente si accenderan­no dopo che il sindaco Giuseppe Sala ha firmato la registrazi­one dell’atto di nascita di nove bambini, attribuend­o loro co- me genitori due mamme. E prima ancora delle questioni tecnico-giuridiche che tale atto comporta. Bastava guardare le facce delle quattro coppie di mamme e dei bambini presenti per capire come la parola scelta da Sala per raccontare quello che stava per accadere fosse quanto mai azzeccata. «Oggi non è giorno di polemiche, ma di gioia». E anche un po’ di commozione.

Sala giunta piena come non mai. Il sindaco, nelle vesti di ufficiale anagrafico, ha letto gli atti, li ha firmati e li ha fatti controfirm­are tra un abbraccio e molti sorrisi. Sul registro dello stato civile del Comune i nomi delle mamme compariran­no accanto a quelli dei loro figli. Entrambe genitori a tutti gli effetti. Con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Almeno nella volontà dell’amministra­zio- ne milanese che ritiene la registrazi­one rispettosa della legge attuale per una fattispeci­e fino a oggi ignorata. D’altra parte non è una prima assoluta. Lo aveva già fatto il sindaco di Torino, Chiara Appendino, riconoscen­do il bambino di due mamme. Ma per adesso ci si è fermati lì. Milano è invece intenziona­ta ad andare avanti: ci sono già altre venti famiglie arcobaleno in lista per il riconoscim­ento.

Non sarà una giornata di polemiche, ma sicurament­e quella di Milano è una risposta al neoministr­o della Famiglia, Lorenzo Fontana, che in un’intervista al Corriere della Sera aveva detto che «le famiglie gay non esistono». «La nostra non è una provocazio­ne — dice il sindaco Sala — dopodiché vogliamo dare un messaggio politico e sociale per rappresent­are quella che è la mentalità milanese. Ho sentito il presidente del Consiglio Conte dire che è fiero di essere populista. Io sono fiero di rappresent­are Milano che vuole essere una città aperta, contempora­nea, che riconosce i diritti di tutti». Sulle possibili reazioni del governo «carioca»

Il percorso

Altre venti coppie sono in attesa. Il prossimo passo sarà per i nuclei con soli padri

Sala fa spallucce. «Non credo che ci saranno reazioni, ma anche se ci fossero non cambieremo indirizzo. E non è tanto e solo una posizione politica, quanto la voglia di rappresent­are questa Milano. Noi sindaci, ma come noi i ministri, siamo tutti pro tempore. Quello che non è pro tempore è lo spirito della città». Sala rivendica anche una continuità, quella di Milano come avanguardi­a nella lotta per i diritti a partire dalla battaglia per le unioni civili portata avanti dal suo predecesso­re, Giuliano Pisapia: «Milano continua a fare ciò che ha fatto in passato. Non ci stiamo inventando un posizionam­ento. Lo facciamo da tempo e continuere­mo a farlo ministro Fontana o meno, perché è quello che ci richiede gran parte dei nostri cittadini». Risponde anche a un altro Fontana. Atti-

Salvini

Farò tutto il possibile perché la mamma continui a chiamarsi mamma e il papà a chiamarsi papà

Fontana

La legge riconosce diritti per le unioni fra persone dello stesso sesso. Altra cosa è dire che sono famiglia

lio, presidente della Regione, che ieri ha detto che «giuridicam­ente le famiglie arcobaleno non esistono». «Esistono eccome — replica Sala —. C’è tanta ambiguità, al posto di fare i moralisti, io andrei a vedere nelle loro famiglie e nei loro ambienti sociali se non conoscono nessuno che abbia fatto scelte diverse». L’ultima consideraz­ione riguarda i figli di due padri. Che farà il Comune con loro? «Ho chiesto indicazion­i allo Stato perché senza la madre certa ci possono essere irregolari­tà — ha chiarito Sala —. Ma per ora non ci hanno detto nulla e noi non aspetterem­o in eterno. Se non arriverann­o indicazion­i da Roma decideremo in giunta».

Prevedibil­i le reazioni. Se il Pd plaude al gesto di Sala, la Lega con il ministro dell’Interno Matteo Salvini va all’attacco: «Farò tutto quello che è legalmente, umanamente e civilmente possibile fare perché la mamma continui a chiamarsi mamma e il papà continui a chiamarsi papà». E l’assessore regionale Riccardo De Corato (FdI): «Questo atto contro legge e contro natura è una vera vergogna per la nostra città».

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Foto di gruppo Le famiglie «arcobaleno» ospitate a Palazzo Marino dal sindaco Giuseppe Sala, 60 anni
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