Un’app per le consegne delle pizze con i droni «Così ho convinto Apple»
Il sistema di consegne premiato negli States
Grazie alla passione per l’informatica Federico Galbiati, 17 anni, liceale di Magenta, è arrivato fino a San Jose, California, dove ha vinto una borsa di studio di Apple. Con il suo progetto ha battuto migliaia di coetanei da tutto il mondo.
Non chiamatelo SAN JOSE (STATI UNITI) il nuovo Steve Jobs o il prossimo Mark Zuckerberg. Però Federico Galbiati, 17 anni, qualcosina più dei suoi coetanei ce l’ha senz’altro. La passione per l’informatica e per i linguaggi di programmazione lo hanno portato a San Jose, California, vincitore di una scholarship — una borsa di studio — assegnata da Apple. Con il suo progetto ha battuto migliaia di coetanei che si erano candidati da tutto il mondo, guadagnandosi una settimana nella Silicon Valley. Incontri esclusivi con ingegneri della Mela e la partecipazione alla Wwdc, la Worldwide developers conference. Un meeting annuale che raduna i migliori programmatori del mondo Apple, tanto richiesto che fino a pochi anni fa i costosi biglietti da 1.600 dollari (1.350 euro,
ndr) andavano via in pochi secondi (oggi sono assegnati con una lotteria, vista la richiesta esorbitante).
Dei 44 italiani arrivati a San Jose — molti dei quali iscritti all’Accademia per sviluppatori che Apple ha aperto a Napoli — Federico era il più giovane. «Come ho fatto a vincere la borsa di studio? — si chiede con una sicurezza da veterano —. Andava creato un progetto per l’app Apple Swift Playground. Visto che sono interessato sia alla robotica sia all’intelligenza artificiale, ho pensato a un progetto per consegnare le pizze con i droni. So che qualche azienda americana sta già facendo dei test, ma nella mia app ho ipotizzato un sistema per fare un unico viaggio con consegne a differenti clienti, creando un percorso intelligente. Oggi non si può fare per motivi di batteria dei droni, ma domani si potrà. Ho utilizzato algoritmi già esistenti più altri che ho scritto io. E ho realizzato anche la grafica, perché mi piace, anche se poi ho scoperto che non era richiesto dalle regole del concorso». Quanto ci ha messo Federico a fare tutto questo? Non settimane, ma soltanto tre giorni. «Sarebbero stati quattro, ma un giorno avevo una verifica a scuola e non ho potuto lavorarci». Con una coda di straordinari il giorno di Pasqua: «Era l’ultimo giorno utile per inviare il tutto quando il mattino, alle 8, mi sono accorto di un piccolissimo “baco”. Sono riuscito a sistemarlo». Studente al liceo scientifico Bramante di Magenta, dove ha concluso il terzo anno (ovviamente con ottimi voti: «Ho una media superiore all’8»), racconta che a scuola hanno dei corsi di programmazione ma che lui ha iniziato da solo a 11 anni. «Ho scoperto il fascino del “coding” (la programmazione, ndr) quando ero un ragazzino di 11 anni interessato alla scienza, alla matematica e alla tecnologia. Ho iniziato studiando Python, che mi è stato estremamente utile per scrivere semplici programmi, per poi passare a C e infine a Swift, con il quale ho potuto creare complesse applicazioni sia per iOS che per Mac. Da qualche anno — aggiunge — studio algoritmi e tecnologie legate all’intelligenza artificiale all’IoT (l’Internet of things, l’Internet degli oggetti), che implemento per potenziare le funzionalità delle mie app. Attualmente sto lavorando a un software di sicurezza che fa uso di numerosi algoritmi per identificare e prevenire possibili minacce, acquisendo dati da sistemi di videosorveglianza o via Bluetooth. Sto anche sviluppando un gioco musicale per iOS. Prevedo di pubblicare presto queste applicazioni».
Federico nel suo viaggio ha incontrato molti ragazzi come lui, da tutto il mondo: «Non so se le cose che faccio sono sufficienti a rendermi unico. Qui a San Jose ho incontrato tanti altri borsisti, non solo italiani, e svilupperemo un’applicazione insieme». Il giovane programmatore ha le idee chiare sul futuro. Tanto sul suo («Cosa farò dopo il liceo? Mi iscriverò a una facoltà di Informatica»), quanto su quello di tutti noi: «Confido che l’intelligenza artificiale possa rendere automatiche lavorazioni rischiose nelle fabbriche e diminuire il numero di incidenti stradali con la guida autonoma. Penso che il limite della tecnologia di domani stia solo nella nostra immaginazione».
In attesa del domani, Federico a breve tornerà in California, stavolta per due mesi. È stato ammesso al Summer College per liceali nella prestigiosa Stanford University. A un quarto d’ora di distanza dal garage dove Steve Jobs fondò Apple. Qualcuno lo prenderebbe per un segno.
La tecnologia «Il sistema prevede un unico viaggio per diverse spedizioni con itinerari intelligenti»
L’idea Grazie alla borsa di studio vinta potrò sviluppare il progetto Ma oggi le batterie durano troppo poco
Il futuro Dopo il liceo farò l’università Già lavoro su software di sicurezza in grado di prevenire potenziali minacce