Mappa della stupidità
LA CHAT NON È UN CORTILE
La vicenda dell’asilo privato milanese raccontata ieri sul Corriere da Anna Gandolfi presenta alcuni elementi che nell’insieme disegnano una variegata mappa della stupidità del nostro tempo. Sulla chat dei genitori una mamma ironizza sui presunti flirt della coordinatrice scolastica. Qualcuno fa uscire la notizia dal gruppo digitale, la dirigente si offende e decreta che l’anno prossimo i due figli della mamma calunniatrice non verranno ammessi nell’istituto «onde evitare loro ogni disagio». Il tutto finisce in Parlamento e sul caso un deputato leghista chiede l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale. Dunque, quello che in natura sarebbe un banale pettegolezzo da cortile tra quattro mamme chiacchierone sfugge di mano e diventa, in rete, un casus belli pubblico. Ma la stupidità è tripla o quadrupla. Perché: (1) puoi pure divertirti a spettegolare ma fallo a voce, come facevano le care vecchie zie: bisognerebbe ormai sapere che è pericoloso usare Facebook o WhatsApp come il cortile di casa o il pianerottolo condominiale; (2) la figura del delatore che si diverte a piantare zizzania diffondendo l’infamia per colpire indirettamente è una antica e fetida abitudine umana che i social hanno facile gioco a enfatizzare; (3) per una educatrice il vero ridicolo non è il sospetto di avere un flirt ma cercare di sanare un danno morale danneggiando i bambini con una ritorsione che un tempo si sarebbe definita «da asilo infantile»; (4) che la politica accetti di entrare in un litigio «da asilo infantile» non è politica dell’infanzia ma politica infantile.