SANZIONI, REGOLE E BUONI ESEMPI CONTRO L’ABUSO DEI CELLULARI
In via Cesalpino, la mattina del 6 giugno, fra i civici 53 e 55 è sorta una gru senza nessuna indicazione di ciò che vuole fare questo costruttore in una zona già enormemente cementificata ed ormai orribile a vedersi.
Desideriamo rispondere alla lettera, uscita il 7 giugno, in merito all’ascensore di Crocetta M3, scusandoci innanzitutto per il disagio. La stazione è servita da 3 ascensori; quello a cui si fa riferimento è Gentile Schiavi, sempre più automobilisti sono occupati al telefonino invece di guidare. Una sorta di calamità. Perché i costruttori automobilistici che riempiono le auto di app, elettronica e altre diavolerie non prevedono uno speciale cassettino nel cruscotto, nel quale deporre obbligatoriamente il telefonino, che si blocca automaticamente con l’accensione del motore e che si può aprire successivamente solo ad auto spenta? Forse, con poco, si eviterebbero incidenti e multe.
Debbo constatare che l’uso del cellulare sta creando una nuova patologia stradale: l’irresponsabilità. E non mi riferisco soltanto agli automobilisti, ma a tutti quei pedoni, giovani e stranieri soprattutto, che attraversano i semafori in anticipo e continuano allegramente a parlare al telefonino. Provi a farci caso e vedrà che sono tantissimi incuranti della buona regola dell’attenzione.
Da qualche tempo frequento un noto cinema milanese i cui spettatori hanno un’età media molto alta. Ebbene a proposito di maleducazione, le persone anziane esterno e quindi soggetto alle intemperie.
Nelle scorse settimane tecnici Atm hanno cercato di risolvere il guasto, ma è stato necessario effettuare un intervento più radicale che ne ha comportato il fermo prolungato. Ora i lavori sono completati: l’ascensore ora è tornato in servizio.
Ho letto con interesse la pagina che il Corriere ha dedicato alla situazione ambientale della provincia di Pavia, lo scorso venerdì 1 giugno. Alla luce dei fatti che si sono succeduti negli ultimi mesi, mi rendo conto che viene automatico classificare il nostro (che hanno sempre da criticare noi «giovani») sono le prime a utilizzare beatamente e senza alcuna considerazione i famigerati telefonini durante tutte le proiezioni. Se lo si fa notare divengono pure arroganti e cattivi. Ritengo che dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio.
Sull’uso dei cellulari dobbiamo fare un po’ tutti autocritica (io per primo): ci condizionano a tal punto che pensiamo di non poterne fare a meno. In auto deve essere tassativo l’uso degli auricolari o del viva voce: ma chi controlla e sanziona l’irresponsabilità? La proposta Calcaterra è drastica: meglio sarebbe il vivavoce obbligatorio, come le cinture. Quanto ai pedoni con il telefonino al semaforo, è vero: si corrono rischi per eccesso di disattenzione. Sull’uso al cinema e in teatro si tratta di maleducazione o sbadataggine: e qui si può rimediare facilmente, come si fa sull’aereo. Ma siamo alle solite: da noi l’ex ministra dell’Istruzione li ha sdoganati nelle scuole, telefonino libero in classe; in Francia il suo collega li ha messi giustamente al bando. Ci mancano regole e buoni esempi. E qualche sanzione in più. ecosistema come una sorta di terra dei fuochi in salsa lombarda. Tuttavia viviamo nell’epoca delle fake news e delle generalizzazioni. Titolare «Pavia, impianti di stoccaggio rifiuti. Nessuna azienda rispetta la legge» rischia di porre in cattiva luce non solo la filiera della green economy, ma l’intero assetto produttivo di questo territorio. Noi non neghiamo i problemi e tanto meno nascondiamo gli incidenti. Nei casi su cui deve fare luce la magistratura, la nostra Associazione ha garantito la piena disponibilità alle Istituzioni per fare chiarezza, entro i termini che le sono propri. Con il prefetto Visconti, Confindustria Pavia sta lavorando con impegno perché chi opera fuori dal contesto della legge non possa continuare a ledere l’immagine della buona imprenditoria italiana. Le nostre industrie sono aperte anche agli organi di informazione, affinché l’opinione pubblica conosca le nostre eccellenze. La nostra provincia non è una terra dei fuochi, ed è giusto che si sappia. Ma è ancora più importante evitare che passi l’idea che nessuna azienda rispetta la legge. Questo rischia di porre alla gogna chi si impegna ogni giorno per il territorio stesso. I numeri dicono che il tasso medio di investimenti delle aziende pavesi in protezione ambientale è superiore alla media nazionale. Eppure il sentimento antindustriale, più volte criticato dal presidente Boccia, è sempre dietro l’angolo.
Ringraziando per l’attenzione, tengo a precisare che non siamo in presenza di fake news. Abbiamo invece fedelmente riportato i numeri di un rapporto frutto del piano di monitoraggio messo in campo dalla Prefettura con Arpa, Forze dell’ordine, vigili del fuoco e guardie ecologiche. Numeri che lasciano spazio a poche interpretazioni: 33 controlli nella filiera dei rifiuti, 30 irregolarità contestate. Pur essendo coscienti dell’impegno di Confindustria è innegabile che nel settore esista un cono d’ombra che va raccontato per tutelare anche, e soprattutto, quell’imprenditoria sana che in nessun modo è stata messa «alla gogna». (Luca Rinaldi)
L’ascensore ora funziona
Imprese da difendere