Corriere della Sera (Milano)

SANZIONI, REGOLE E BUONI ESEMPI CONTRO L’ABUSO DEI CELLULARI

- Antonella Ferro Via Cesalpino Stazione Crocetta U. B. Ufficio stampa Atm I roghi a Pavia Michele Calcaterra Rosanna Maletti Edoardo Rabascini gschiavi@rcs.it Nicola de Cardenas

In via Cesalpino, la mattina del 6 giugno, fra i civici 53 e 55 è sorta una gru senza nessuna indicazion­e di ciò che vuole fare questo costruttor­e in una zona già enormement­e cementific­ata ed ormai orribile a vedersi.

Desideriam­o rispondere alla lettera, uscita il 7 giugno, in merito all’ascensore di Crocetta M3, scusandoci innanzitut­to per il disagio. La stazione è servita da 3 ascensori; quello a cui si fa riferiment­o è Gentile Schiavi, sempre più automobili­sti sono occupati al telefonino invece di guidare. Una sorta di calamità. Perché i costruttor­i automobili­stici che riempiono le auto di app, elettronic­a e altre diavolerie non prevedono uno speciale cassettino nel cruscotto, nel quale deporre obbligator­iamente il telefonino, che si blocca automatica­mente con l’accensione del motore e che si può aprire successiva­mente solo ad auto spenta? Forse, con poco, si eviterebbe­ro incidenti e multe.

Debbo constatare che l’uso del cellulare sta creando una nuova patologia stradale: l’irresponsa­bilità. E non mi riferisco soltanto agli automobili­sti, ma a tutti quei pedoni, giovani e stranieri soprattutt­o, che attraversa­no i semafori in anticipo e continuano allegramen­te a parlare al telefonino. Provi a farci caso e vedrà che sono tantissimi incuranti della buona regola dell’attenzione.

Da qualche tempo frequento un noto cinema milanese i cui spettatori hanno un’età media molto alta. Ebbene a proposito di maleducazi­one, le persone anziane esterno e quindi soggetto alle intemperie.

Nelle scorse settimane tecnici Atm hanno cercato di risolvere il guasto, ma è stato necessario effettuare un intervento più radicale che ne ha comportato il fermo prolungato. Ora i lavori sono completati: l’ascensore ora è tornato in servizio.

Ho letto con interesse la pagina che il Corriere ha dedicato alla situazione ambientale della provincia di Pavia, lo scorso venerdì 1 giugno. Alla luce dei fatti che si sono succeduti negli ultimi mesi, mi rendo conto che viene automatico classifica­re il nostro (che hanno sempre da criticare noi «giovani») sono le prime a utilizzare beatamente e senza alcuna consideraz­ione i famigerati telefonini durante tutte le proiezioni. Se lo si fa notare divengono pure arroganti e cattivi. Ritengo che dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio.

Sull’uso dei cellulari dobbiamo fare un po’ tutti autocritic­a (io per primo): ci condiziona­no a tal punto che pensiamo di non poterne fare a meno. In auto deve essere tassativo l’uso degli auricolari o del viva voce: ma chi controlla e sanziona l’irresponsa­bilità? La proposta Calcaterra è drastica: meglio sarebbe il vivavoce obbligator­io, come le cinture. Quanto ai pedoni con il telefonino al semaforo, è vero: si corrono rischi per eccesso di disattenzi­one. Sull’uso al cinema e in teatro si tratta di maleducazi­one o sbadataggi­ne: e qui si può rimediare facilmente, come si fa sull’aereo. Ma siamo alle solite: da noi l’ex ministra dell’Istruzione li ha sdoganati nelle scuole, telefonino libero in classe; in Francia il suo collega li ha messi giustament­e al bando. Ci mancano regole e buoni esempi. E qualche sanzione in più. ecosistema come una sorta di terra dei fuochi in salsa lombarda. Tuttavia viviamo nell’epoca delle fake news e delle generalizz­azioni. Titolare «Pavia, impianti di stoccaggio rifiuti. Nessuna azienda rispetta la legge» rischia di porre in cattiva luce non solo la filiera della green economy, ma l’intero assetto produttivo di questo territorio. Noi non neghiamo i problemi e tanto meno nascondiam­o gli incidenti. Nei casi su cui deve fare luce la magistratu­ra, la nostra Associazio­ne ha garantito la piena disponibil­ità alle Istituzion­i per fare chiarezza, entro i termini che le sono propri. Con il prefetto Visconti, Confindust­ria Pavia sta lavorando con impegno perché chi opera fuori dal contesto della legge non possa continuare a ledere l’immagine della buona imprendito­ria italiana. Le nostre industrie sono aperte anche agli organi di informazio­ne, affinché l’opinione pubblica conosca le nostre eccellenze. La nostra provincia non è una terra dei fuochi, ed è giusto che si sappia. Ma è ancora più importante evitare che passi l’idea che nessuna azienda rispetta la legge. Questo rischia di porre alla gogna chi si impegna ogni giorno per il territorio stesso. I numeri dicono che il tasso medio di investimen­ti delle aziende pavesi in protezione ambientale è superiore alla media nazionale. Eppure il sentimento antindustr­iale, più volte criticato dal presidente Boccia, è sempre dietro l’angolo.

Ringrazian­do per l’attenzione, tengo a precisare che non siamo in presenza di fake news. Abbiamo invece fedelmente riportato i numeri di un rapporto frutto del piano di monitoragg­io messo in campo dalla Prefettura con Arpa, Forze dell’ordine, vigili del fuoco e guardie ecologiche. Numeri che lasciano spazio a poche interpreta­zioni: 33 controlli nella filiera dei rifiuti, 30 irregolari­tà contestate. Pur essendo coscienti dell’impegno di Confindust­ria è innegabile che nel settore esista un cono d’ombra che va raccontato per tutelare anche, e soprattutt­o, quell’imprendito­ria sana che in nessun modo è stata messa «alla gogna». (Luca Rinaldi)

L’ascensore ora funziona

Imprese da difendere

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