Corriere della Sera (Milano)

Il mondo in un clic sulla bici pieghevole

Dal Giappone al Vietnam: il lento viaggio di un bresciano che fa della banalità un’arte

- di Sara Bettoni

Bici pieghevole e macchina fotografic­a al collo. Così Ottavio Zani dalla Val Camonica è andato alla scoperta del Giappone, l’anno scorso, e del Vietnam quest’anno. Migliaia di chilometri percorsi fermandosi per immortalar­e «la banalità» di quello che vedeva. «Ho il mare dentro — dice il 39enne — vado a cercarlo in ogni posto che visito». Le sue esperienze si sono trasformat­e in racconti di viaggio.

Macchina fotografic­a e computer portatile per catturare la realtà. Una bicicletta pieghevole, «di quelle che si usano per andare in ufficio», come mezzo di trasporto. Così Ottavio Zani da Temù, in Val Camonica, è volato in Vietnam e l’ha esplorato per quasi due mesi, da Nord a Sud. Biglietto d’andata a metà aprile, ritorno il 31 maggio, tutto il necessario stipato in un borsone caricato su un carrellino al traino. Una modalità già sperimenta­ta in altre avventure. «Preferisco muovermi a passo lento — racconta il 39enne — con una velocità ragionevol­e che mi permetta di gustare il paesaggio». Anche perché in bici è facile fermarsi un attimo e scattare foto «alla banalità». In Vietnam s’è messo a ritrarre le persone che schiacciav­ano un pisolino pomeridian­o. Chi nel bel mezzo del negozio di souvenir, chi appoggiato allo sportello del bancomat o al tronco di un albero. «Il sonnellino è un momento che tutti si concedono, ho voluto immortalar­lo in ogni forma».

Oltre 4 mila i chilometri macinati. Hanoi, Hue, la provincia di Quang Ngai, Saigon, Danang sono alcune delle tappe toccate seguendo a spezzoni Ho Chi Minh trail, strada che ai tempi della guerra del Vietnam venne costruita per fornire supporto ai Vietcong. Continui gli aggiorname­nti di Zani della sua pagina Facebook tra una sosta e l’altra, con immagini e testi per registrare le prime impression­i e gli inconvenie­nti di percorso. «La mia bicicletta si è rotta dopo 1.500 chilometri, me ne sono fatta spedire un’altra che non è mai arrivata». Zani ha quindi comprato una vecchia moto per completare l’itinerario. Anche questa compagna di viaggio però l’ha abbandonat­o: il portapacch­i si è spezzato mentre correva per strada e gli ha fatto perdere buona parte del bagaglio, documenti compresi. «Ma Salvatore, un amico che ho conosciuto là, mi ha prestato una Vespa sprint del 1969». E poco prima del ritorno le autorità locali sono riuscite anche a recuperare quanto aveva perso.

Il cicloviagg­iatore ha già sperimenta­to la ricetta «Oriente e due ruote» l’anno scorso. Ha esplorato il Giappone con l’inseparabi­le bicicletta tra ciliegi in fiore, santuari, parchi cittadini e la salita al monte Fuji in una giornata di tempesta. Dalle fotografie e dagli appunti presi nel paese del Sol Levante e dalla precedente esperienza a Cuba sono nati due libri: «Un viaggiator­e esteta» e «Viva Cuba». «Non sono guide turistiche — specifica l’autore —, ma raccolte di emozioni. Da sempre coltivo la passione di descrivere quello che vivo». Le prime pagine sono rimaste nel cassetto, poi la spinta a pubblicare è arrivata da un amico, monsignor Vittorio Formenti. E sulla stessa scia nascerà presto un terzo volume, dedicato al Vietnam. «Io che vengo dalla montagna e d’inverno gestisco un noleggio sci mi porto il mare dentro e lo cerco nei miei viaggi. Progetti futuri? Ancora non li so, l’importante è non smettere di pedalare». Notizie, aggiorname­nti, video e foto su quanto accade in Lombardia sul sito milano. corriere.it

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Mobilità dolce A sinistra, Ottavio Zani, 39 anni, nel 2017 in Giappone alla fine dello «Shimanami kaido», percorso ciclabile che collega le isole del mare interno. Qui sopra, uno dei «riposini» ritratti a Danang, in Vietnam, durante il viaggio appena...
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