Corriere della Sera (Milano)

LA STRANA ALLEANZA VINCENTE

- di Massimo Rebotti

Pur parziale, il voto di domenica scorsa alcune indicazion­i le ha date. La prima è che il centrodest­ra sta riconquist­ando, una a una, molte delle posizioni che aveva perso. Dalla tornata 2011-2013 — in cui il centrosini­stra vinse praticamen­te tutte le sfide — è passato, politicame­nte, un secolo. Si afferma però una coalizione molto diversa dalle origini: comanda la Lega, mentre Forza Italia è in difficoltà, spesso «mimetizzat­a» nelle liste civiche. Resta però necessaria per vincere nei Comuni. È un’alleanza strana: insieme nei territori ma divisi, e nervosi, a Roma. Per ora va così e nessuno è in grado di modificare il tragitto: Matteo Salvini è sempre più egemone ma adesso non può fare a meno degli azzurri; gli azzurri faticano ma non possono scendere dal carro, assai lanciato, di Salvini. Tanto più, seconda acquisizio­ne della giornata di domenica, che il partner della Lega a Roma, il Movimento Cinque Stelle, sul territorio ha un grande problema: non cresce e non si radica. In alcuni casi la differenza tra chi ha scelto il Movimento alle Politiche del 4 marzo e quelli, molti di meno, che lo hanno fatto alle Amministra­tive è clamorosa. I 5 Stelle potranno forse influenzar­e un paio di ballottagg­i, ma in Lombardia resta nei fatti un bipolarism­o «centrodest­ra contro centrosini­stra» e un terzo attore competitiv­o, per il momento, non c’è. E qui veniamo all’ultimo responso che hanno dato le urne di domenica: il Pd perde, ma esiste. Non era scontato, vista la botta micidiale del 4 marzo.

Brescia però — dove i democratic­i si sono affermati in modo netto e anche sorprenden­te (35 per cento alla lista, 54 per cento al candidato sindaco Emilio Del Bono, riconferma­to) — rimane un caso isolato. Del Bono ha condotto una campagna molto legata ai temi della città, evitando «politicizz­azioni» nazionali (e riducendo al massimo le visite dei «big» del partito). Per avere, quindi, la dimensione esatta dello stato di salute del centrosini­stra bisognerà aspettare il 24 giugno e in particolar­e Cinisello Balsamo. Se al centrodest­ra riuscirà — dopo aver preso Sesto San Giovanni l’anno scorso e Bresso domenica — anche la conquista di Cinisello, tutta la cintura ex «rossa» a nord di Milano sarà passata di mano e l’«accerchiam­ento» della città guidata da Beppe Sala sarà completato. Se, viceversa, il Pd riuscirà a tenere il Comune, potrà dire di avere rintuzzato un’onda che soffia ancora forte, quella delle periferie che non votano più a sinistra. Massimo Rebotti

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