Navigli riaperti Il verdetto a settembre
Il sindaco apre il dibattito: mi affido ai cittadini, non penalizzerò le periferie Progetto da 150 milioni, il verdetto a settembre
«Vorrei che prima della fine del mio mandato partissero i lavori, mi affido al giudizio della città. Spero di aver il consenso per poter partire. Vorrei la città dalla mia parte». Si apre così il dibattito pubblico sulla riapertura dei Navigli. In un Palazzo Marino gremito il sindaco Beppe Sala lancia il suo endorsemenLt. aSacco «un progetto che è la mia passione» e su cui i cittadini potranno esprimersi fino al prossimo settembre con osservazioni, richieste di approfondimenti e segnalazioni di problemi. «Non è e non sarà
una questione di forma ma di sostanza. È un dibattito vero» assicura il sindaco, anche se al posto di un referendum è stata scelta la strada del débat public.
La prima fase dei lavori su cui la cittadinanza è chiamata a dare il suo giudizio riguarda due degli oltre 7,7 chilometri del tracciato storico dei Navigli per un costo approssimativo di 150 milioni di euro. Prevede la riconnessione idraulica completa della Martesana con la Darsena mediante una tubatura sotterranea e la scopertura di cinque tratti dei canali. Il primo è su via Melchiorre Gioia da Cassina de Pomm a via Carissimi per 850 metri. Il secondo riguarda la Conca dell’Incoronata da viale Monte Grappa a via Castelfidardo per circa 230 metri. Il terzo è in via Sforza da via Laghetto a corso di Porta Romana di 410 metri. Il quarto, e forse quello più suggestivo, in piazza Vetra da via Vettabbia a corso di Porta Ticinese di circa 300 metri. Infine la Conca di Viarenna da via Marco d’Oggiono alla Darsena per 260 metri con la rimessa in funzione della Conca storica.
È evidente che tutti questi interventi avranno una pesante ripercussione sulla viabilità e Sala non nasconde quelli che saranno i problemi che si dovranno affrontare: «I lavori in città creano disagio ed è chiaro che c’è anche un costo. È legittimo che uno si chieda se le risorse messe sui Navigli non penalizzino altri progetti. Anche la mobilità ne uscirà trasformata. Non voglio essere un tifoso al cento per cento del progetto, ma stiamo trovando delle formule: i lavori si possono fare senza penalizzare in primis le periferie. E riteniamo che procedere con gradualità nei prossimi dieci anni sia la strada giusta limitando così gli impicci alla città». Se questi sono i «contro», Sala elenca quelli che a suo dire
La filosofia «Non è un’operazione nostalgia ma un’ipotesi coerente con il cambio radicale della mobilità»
sono i «pro». «Non è un’operazione nostalgia, ma un progetto coerente con la nostra visione politica-sociale in vista di un cambio radicale della mobilità». Una città «dolce», «lenta», dove l’acqua gioca un ruolo fondamentale e l’obbiettivo è diminuire il numero della auto che circolano in città. «Se non si parte è un errore. Questo è il momento in cui Milano deve prendere decisioni coraggiose».
Per chi vuole saperne di più e partecipare al dibattito può trovare sul sito https://progettonavigli.comune.milano.it tutte le informazioni sul «Progetto Navigli». Ieri c’è stato il primo incontro pubblico dove Antonello Boatti e Marco Prusicki, rispettivamente coordinatore e componente del Comitato scientifico per la riapertura dei Navigli storici, hanno illustrato il piano di fattibilità, insieme all’assessore alla Partecipazione, Lorenzo Lipparini. Ne seguiranno altri quattro. E poi sopralluoghi, una mostra nel cortile di Palazzo Marino e un calendario di incontri. Il verdetto a settembre.