Bussolati (Pd): «Chiudere Lombardia Informatica»
«E adesso ci vuole coraggio: un carrozzone come Lombardia Informatica va chiuso». Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd (il più votato di tutto il centrosinistra con 5.060 preferenze), nonché segretario metropolitano, non ha dubbi: «È ora di finirla con lo spreco di risorse pubbliche a danno dei cittadini — dice —. Le società in pancia al Pirellone, prima tra tutte Lombardia Informatica, rappresentano un sistema di potere parallelo che serve più alla politica come poltronificio, che ai lombardi». L’intervento a gamba tesa di Bussolati arriva dopo il giudizio dell’assessore all’Economia Davide Caparini emerso da un documento riservato: «Le performance dell’azienda sono ben al di sotto delle aspettative. Lombardia Informatica è ben lungi dal realizzare i suoi obiettivi». La società dovrebbe occuparsi di sviluppare tecnologie informatiche, ma in realtà è solo una mega centrale di appalti con 470 lavoratori, per stipendi di quasi 32 milioni. Il costo complessivo per le casse di Regione Lombardia è di 210 milioni, tra contributi per il funzionamento della società (quasi 25 milioni) e rimborsi per le forniture ricevute (185 milioni, personale compreso). Bussolati rincara la dose: «Stiamo ancora scontando le scelte assurde del passato, come il call center per le prenotazioni mediche con sede a Paternò, la città di Ignazio La Russa. Il centralino è stato venduto a fine maggio 2015 alla Gpi di Trento ma — in base agli accordi presi — fino al 2020 Lombardia Informatica dovrà andare avanti a pagare 22 milioni l’anno per 800 lavoratori». In tema di taglio ai costi delle società partecipate, il Pd è pronto ad appoggiare le scelte della giunta del neogovernatore Attilio Fontana: «Vogliamo fare un’opposizione costruttiva — sottolinea Bussolati —. Ma la nostra prima richiesta resta quella dell’istituzione di una commissione d’inchiesta che porti il tema in consiglio regionale. Con trasparenza». Oltre a Lombardia Informatica, l’attenzione di Bussolati è su Finlombarda, la cassaforte della Regione: «Il suo compito dovrebbe essere offrire prestiti convenienti agli imprenditori lombardi. In realtà sta indagando la Procura».