Corriere della Sera (Milano)

Petizione per salvare il «Forno dei Navigli»

Scaduto il contratto, raccolta di firme tra i clienti

- Di Elisabetta Andreis

Il Forno dei Navigli, storica panetteria che si affaccia sulla Darsena, è sotto sfratto esecutivo. La serranda si abbasserà a fine mese. Ma mai come oggi il quartiere si raduna nel negozio. Il proprietar­io, che non si rassegna a lasciare lo spazio, cerca appoggio. E i residenti, solidali, hanno iniziato una raccolta di firme contro la chiusura. Fuori tempo massimo, forse.

«Siamo qui da decenni, si sono avvicendat­e tre generazion­i. Mio padre, io, adesso mia figlia, sempre in ottimi rapporti con i proprietar­i», racconta il titolare Pietro Del Negro. In origine buona parte del palazzo, in Alzaia Naviglio Pavese 2, faceva capo alla famiglia Ambrosoli e in particolar­e abbiano neanche bisogno di pane o dolci, ma vogliano farlo sentire importante, in questo momento. Abbracci, parole di conforto. «Sono un ex operaio in pensione, vengo qui da quando ero bambino – dice Roberto Bacci, residente sull’Alzaia —. In Darsena è cambiato tutto, il Forno è il nostro presidio, una specie di ritrovo, una certezza, aperto anche la domenica». Massimo Bisanti, invalido civile al 100 per cento, quasi si commuove: «Abito in via Gola, in un edificio “molto difficile”, sto in mezzo alla malavita ma sono un uomo onesto e Pietro lo sa — lo guarda —. Vivo con 170 euro di pensione, da vent’anni qui mi regalano pane, latte e biscotti, quando sto a corto di monete mi assegnano anche qualche commission­e e così guadagno qualcosa». Si espone anche Roberto Giacomini, «amico e amante delle michette», promotore della raccolta firme, con lui Riccardo Gessa, 43 anni, portiere di uno stabile vicino («Non ci viene la gente della nuova movida sulla Darsena, veniamo noi, è il nostro posto»). Emanuela Bo, 50 anni, ammette: «Forse facciamo sorridere, sembriamo naif. Lo sappiamo che la proprietà ha diritto di sfrattare l’attività e che i tempi si sono già protratti oltre i termini di legge. Eppure, nell’interesse del quartiere, chiediamo di ripensarci». Citano il caso della Ditta Guenzati, la bottega più antica di Milano, e degli altri negozi che hanno dovuto spostarsi dalla sede di piazza Cordusio perché Generali RE sta svuotando (e riqualific­herà) l’immobile. Per la Ditta Guenzati si erano mobilitati in migliaia: alla fine traslocher­à poco distante, in via Agnello.

Sappiamo che la proprietà è nel giusto, ma chiediamo comunque di ripensarci

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(foto Corner) L’abbraccio Pietro Del Negro (con baffi e capelli bianchi) con la figlia Claudia tra i clienti del Forno dei Navigli
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