Petizione per salvare il «Forno dei Navigli»
Scaduto il contratto, raccolta di firme tra i clienti
Il Forno dei Navigli, storica panetteria che si affaccia sulla Darsena, è sotto sfratto esecutivo. La serranda si abbasserà a fine mese. Ma mai come oggi il quartiere si raduna nel negozio. Il proprietario, che non si rassegna a lasciare lo spazio, cerca appoggio. E i residenti, solidali, hanno iniziato una raccolta di firme contro la chiusura. Fuori tempo massimo, forse.
«Siamo qui da decenni, si sono avvicendate tre generazioni. Mio padre, io, adesso mia figlia, sempre in ottimi rapporti con i proprietari», racconta il titolare Pietro Del Negro. In origine buona parte del palazzo, in Alzaia Naviglio Pavese 2, faceva capo alla famiglia Ambrosoli e in particolare abbiano neanche bisogno di pane o dolci, ma vogliano farlo sentire importante, in questo momento. Abbracci, parole di conforto. «Sono un ex operaio in pensione, vengo qui da quando ero bambino – dice Roberto Bacci, residente sull’Alzaia —. In Darsena è cambiato tutto, il Forno è il nostro presidio, una specie di ritrovo, una certezza, aperto anche la domenica». Massimo Bisanti, invalido civile al 100 per cento, quasi si commuove: «Abito in via Gola, in un edificio “molto difficile”, sto in mezzo alla malavita ma sono un uomo onesto e Pietro lo sa — lo guarda —. Vivo con 170 euro di pensione, da vent’anni qui mi regalano pane, latte e biscotti, quando sto a corto di monete mi assegnano anche qualche commissione e così guadagno qualcosa». Si espone anche Roberto Giacomini, «amico e amante delle michette», promotore della raccolta firme, con lui Riccardo Gessa, 43 anni, portiere di uno stabile vicino («Non ci viene la gente della nuova movida sulla Darsena, veniamo noi, è il nostro posto»). Emanuela Bo, 50 anni, ammette: «Forse facciamo sorridere, sembriamo naif. Lo sappiamo che la proprietà ha diritto di sfrattare l’attività e che i tempi si sono già protratti oltre i termini di legge. Eppure, nell’interesse del quartiere, chiediamo di ripensarci». Citano il caso della Ditta Guenzati, la bottega più antica di Milano, e degli altri negozi che hanno dovuto spostarsi dalla sede di piazza Cordusio perché Generali RE sta svuotando (e riqualificherà) l’immobile. Per la Ditta Guenzati si erano mobilitati in migliaia: alla fine traslocherà poco distante, in via Agnello.
Sappiamo che la proprietà è nel giusto, ma chiediamo comunque di ripensarci