Studentati chiusi e stanze troppo care Fuorisede in rivolta
Protesta degli universitari. Il caso di via Neera
Universitari fuorisede che spendono almeno 400 euro al mese fra affitto e bollette e studentati appena ristrutturati ma vuoti, inutilizzati. La doppia denuncia arriva dagli studenti di più atenei — Bicocca, Statale, Politecnico — che hanno aperto un sondaggio sulle superspese necessarie per studiare a Milano, ed è rilanciata con interrogazioni presentate da consiglieri comunali e regionali sulla residenza di via Barrili/Neera, chiusa da cinque anni. Nella casa dello studente nel quartiere Stadera, di proprietà Aler, ci sarebbero 110 posti letto da assegnare. «La struttura è inaugurata nel 2005 ma viene abbandonata nel 2013 perché ha poche postazioni wi-fi e per problemi all’impianto di riscaldamento. Più di un anno fa viene annunciata la riapertura per la fine del 2017, con assegnazione al Naba, la Nuova Accademia di Belle Arti. Invece è ancora vuota», riassume Aldo Ugliano, fra i consiglieri del Pd che hanno firmato l’interpellanza. Ieri una risposta è arrivata dell’assessore comunale a Lavori pubblici e casa, Gabriele Rabaiotti: ha chiesto informazioni ad Aler e riferisce che la cooperativa che gestisce lo studentato comunica che la riapertura è prevista per il prossimo anno accademico.
«E il caso dello studentato di via Neera non è isolato», dicono studenti e consiglieri comunali. Citano l’edificio di via Malipiero: «Residenza realizzata da una società privata con finanziamenti della Regione Lombardia e di Aler, oggi è un ecomostro, sequestrato dalla magistratura —. spiega Simonetta D’Amico —. È grave la carenza di servizi per gli studenti e serve chiarezza sugli interventi speculativi». E ancora. «È inutilizzato anche lo studentato di via Muzio Attendolo Sforza, lì tutto bloccato per un cambio di destinazione d’uso».
La richiesta degli universitari, indirizzata a Comune e Regione, è anche una mappatura degli edifici e delle aree in cui si potrebbe intervenire per aumentare l’offerta dei posti letto a tariffe agevolate. «Sono oltre 5.400 gli studenti nelle fasce di reddito più basse che non trovano un alloggio», dice Lorenzo Morandi, rappresentante di Link all’università Bicocca.
E gli studenti rilanciano il sondaggio sul carovita degli universitari. Il «questionario dei fuorisede» è proposto da dieci giorni anche su WhatsApp e Facebook e ha già superato le mille adesioni. Ed ecco le risposte raccolte sin qui: l’alloggio è condiviso per la maggioranza, camera singola o posto letto, abita da solo soltanto il 7%; le spese fondamentali, affitto e bollette, per sei su dieci superano i 400 euro al mese; per quelle accessorie, cibo compreso, il 63% spende almeno 150 euro. E a pagare sono i genitori per il 64% del campione. «L’indagine continua
(Quantomicosti.com), vogliamo raggiungere il maggior numero di studenti in trasferta che a Milano sono 65 mila. Per poi proporre interventi», dicono gli universitari. E sottolineano che gli atenei milanesi, e la città, «stanno perdendo studenti a causa dei costi proibitivi». «Tanti rinunciano a studiare nelle università blasonate di Milano per le spese e puntano su città che hanno investito di più sull’accoglienza, da Bergamo a Pavia», spiega Francesco Paladini, rappresentante degli studenti in Bicocca.
E una nuova interpellanza sullo studentato vuoto è stata presentata lunedì scorso anche in Regione.
Da Belluno I posti nelle residenze sono pochi e carissimi E anche le case sono costose, mal tenute e in zone scomode
21 anni
Da Salò Trovare alloggi a prezzo ragionevole è possibile soltanto se conosci i proprietari Così, pago meno affitto
23 anni