Ecco la stagione molto russa della Filarmonica della Scala Chailly: «Amo dirigere il ‘900»
Šostakovic e ancora i «Quadri» di Mussorgsky La Filarmonica di Chailly esplora il Novecento
La Filarmonica della Scala «parlerà» sempre più russo. Dopo il concerto gratuito di domenica in piazza Duomo, concluso dal maestro Riccardo Chailly anche con un bis da «Vocalise» di Rachmaninov, la stagione 2018-19 della Filarmonica continuerà ad esplorare il panorama russo unitamente a quello della tradizione sinfonica tedesca. Il programma che si inaugura il 12 novembre alla Scala prevede dieci concerti al Piermarini e venti appuntamenti in Europa (quasi tutti diretti da Chailly) che partiranno il 23 gennaio a Madrid e toccheranno Parigi, Amsterdam, Dortmund... Tra i direttori ci sono sia ritorni che debutti. Tornano Gergiev, Luisi, Gatti, Chung, Harding; esordio in stagione di Michele Mariotti ed esordio assoluto per Mirga Grazinytè-Tyla. L’inaugurazione vede Maxim Vengerov al fianco di Chailly, violinista di straordinaria abilità tecnica che torna alla Scala dopo il concerto del 2006 con Leonidas Kavakos. Vengerov eseguirà il Concerto n.1 in la min. op.17 di Šostakovic; nella seconda parte il Concerto per orchestra di Bartók, «con quella sua musica che va quasi danzata» (Chailly). Secondo appuntamento il 4 febbraio affidato allo zar del Mariinskij Valery Gergiev, che torna con la sua orchestra per eseguire il «Prélude à l’aprèsmidi d’un faune» di Debussy, la Sinfonia Italiana di Mendelssohn e di Mussorgsky i «Quadri da un’esposizione». Un’ossessione questo brano, visto che è appena stato eseguito da Chailly in piazza Duomo e che sarà da lui riproposto a Madrid il 23 gennaio. Spiega il direttore: «Si tratta di un percorso accrescitivo, Gergiev porterà la sua interpretazione. Io amo dirigere il Novecento — ha aggiunto — e credo molto nella seconda sinfonia di Charles Edward Ives che proporremo a maggio con Mariotti». Ives è stato uno dei primi compositori classici autenticamente statunitensi quasi ignorato in vita. Chailly dirigerà il suo secondo concerto lunedì 29 aprile guidando al debutto Emmanuel Tjeknavorian, violinista austriaco-armeno nel Concerto in re minore op. 47 di Sibelius e, a seguire, la prima di Brahms, «che è quasi una citazione del mondo sinfonico di Beethoven».
La Filarmonica sarà ospite del Festival di Lucerna (di cui Chailly è direttore musicale) per il secondo anno consecutivo e l’orchestra di Lucerna sarà poi diretta alla Scala da Chailly: «Questo migliora la conoscenza reciproca; oggi sono difficili collaborazioni parallele».
Jean Pierre Mustier, presidente della Filarmonica e Ad di Unicredit, ha ricordato «l’indipendenza e gli interessi internazionali della compagine, un modello di successo che vogliamo continui a crescere», mentre l’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno, ha sottolineato come la Filarmonica, «pur essendo una orchestra privata svolga anche una funzione pubblica che è un dono alla città». Restano le prove aperte e i programmi per i giovani, i quali potranno fruire anche di borse di studio e speciali abbonamenti.