Corriere della Sera (Milano)

«Bocciai lo stadio a Scalo Farini»

Maran sul tentativo di corruzione: nessun eroismo, solo rispetto delle norme. FI: doveva denunciare Sala svela l’incontro con Parnasi: il Milan lo voleva lì, noi rilanciamm­o su Rogoredo o Sesto

- di Andrea Senesi

«Lui premeva per lo scalo Farini, noi proponevam­o un’area in periferia, all’interno della Città della Salute di Sesto San Giovanni oppure a Porto di Mare». Anche il sindaco Giuseppe Sala aveva incontrato Luca Parnasi, l’immobiliar­ista arrestato nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Lo racconta lo stesso sindaco. L’assessore Pierfrance­sco Maran intanto ribadisce la sua idea: «Rispettare le regole è la normalità».

Un braccio di ferro sulla mappa di Milano. «Lui premeva per lo scalo Farini, noi proponevam­o un’area in periferia, all’interno della Citta della Salute di Sesto San Giovanni oppure a Porto di Mare, vicino a Rogoredo». Anche Beppe Sala aveva incontrato Luca Parnasi, l’immobiliar­ista arrestato nell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Lo racconta lo stesso sindaco il giorno dopo la notizia degli arresti e delle intercetta­zioni che hanno rivelato le mire dello «sviluppato­re» romano nella capitale del Nord. A Milano, dice Sala, «Parnasi si è mosso avendo un incarico, non so se formalizza­to o meno, dal Milan per una ipotesi di nuovo stadio. Io l’ho incontrato, certo, e l’assessore Maran ha incontrato anche i suoi collaborat­ori. Da noi sono venuti con l’idea di un interesse in particolar­e per lo scalo Farini come luogo per realizzare lo stadio».

Una trattativa che in realtà non è nemmeno iniziata. Troppo distanti le parti, ha lasciato intendere Sala. L’immobiliar­ista romano che insisteva per un’area centrale e sindaco e assessore che controprop­onevano location più periferich­e. Lo scalo Farini era poi proposta «irricevibi­le»: il Comune ha avviato da anni un progetto di riqualific­azione preciso, in quell’area deve nascere un parco e arrivare l’Accademia di Brera non certo un impianto sportivo da 50mila spettatori. L’assessore Maran, diventato mercoledì eroe da social network per il no a un presunto tentativo di corruzione, il giorno dopo minimizza di molto l’accaduto. «Ho appreso che avevano questi intenti dalle intercetta­zioni. Secondo me negli incontri eravamo anni luce da questo approccio. Mi sento anche un po’ in imbarazzo per la visibilità di questi giorni».

E la frase, ormai celebre, «a Milano non si usa» in riferiment­o a una casa che gli sarebbe stata offerta dall’imprendito­re? «Chi viene a fare una riunione nel mio ufficio capisce subito che non c’è spazio per fare richieste inopportun­e. E leggendo le intercetta­zioni

 Maran Imbarazzo per tanta visibilità mediatica Secondo me eravamo lontani anni luce da quel tipo di approccio ambiguo Ho appreso degli intenti che aveva solo dalle telefonate registrate

mi sembra che sia quello che hanno percepito anche i soggetti che parlano al telefono. Ma non è che abbiano fatto o detto cose particolar­i...». Travolto da involontar­ia popolarità, l’assessore all’Urbanistic­a ribadisce comunque il suo credo: «Rispettare la regole per me, e per questa giunta, rappresent­a l’assoluta normalità». Maran ieri ha comunque incassato nuovi compliment­i da altri avversari politici. Stefano Buffagni, neodeputat­o del Movimento cinque stelle e nominato di fresco sottosegre­tario agli Affari regionali, ha dedicato un tweet all’assessore del Pd: «Bravo Pierfrance­sco Maran; l’interesse dei cittadini è il faro di una seria azione politica». Il consiglier­e comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico,rinnovando la sua stima a Maran, ha invece voluto sottolinea­re un altro aspetto della vicenda: «La cosa sorprenden­te è che non abbia denunciato l’accaduto e che non abbia raccontato la vicenda al sindaco Sala».

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