Corriere della Sera (Milano)

Extra-costi M4 Scatta l’allarme sul bilancio

Nella delibera approvata dalla giunta mancano indicazion­i sulle coperture «Parere positivo ma impatti sul futuro Rivedere il piano di spese ed entrate»

- di Maurizio Giannattas­io

Spese ed entrate da rivedere e il ricorso a «forme flessibili di indebitame­nto» per far fronte ai maggiori costi della linea 4 del metrò per un totale di 313 milioni di cui 139 a carico del Comune. Dal capo della Ragioneria e dal Segretario generale del Comune arriva un warning alla giunta. Pur dando parere positivo, presentano una serie di rilievi che fanno sorgere dubbi e domande sulle coperture.

Spese ed entrate da rivedere e il ricorso a «forme flessibili di indebitame­nto» per far fronte ai maggiori costi di realizzazi­one della linea 4 del metrò per un totale di 313 milioni di cui 139 a carico del Comune. Dal capo della Ragioneria e dal segretario generale del Comune arriva un warning alla giunta che nei giorni scorsi ha approvato la delibera che fissa le linee di indirizzo per l’integrazio­ne della convenzion­e tra Comune e concession­aria della M4 e che potrebbe far scattare un campanello d’allarme alla Corte dei Conti. Pur dando parere positivo al documento, i due dirigenti presentano una serie di rilievi che fanno sorgere dubbi e domande. «Si evidenzia — scrive il responsabi­le della Ragioneria, Roberto Colangelo — che stante la natura dell’infrastrut­tura, la durata della concession­e e le risorse proprie disponibil­i a oggi e destinabil­i al finanziame­nto dell’atto, gran parte degli importi a carico dell’Ente saranno oggetto di copertura con forme flessibili di indebitame­nto». Aggiunge: «Pertanto tali oneri avranno impatto sulla situazione di parte corrente negli esercizi in cui l’ammortamen­to di tale ulteriore debito esplicherà i suoi effetti». Nella delibera però non c’è traccia di quali siano «le forme flessibili di indebitame­nto» nè ci sono indicazion­i di coperture. Ci si limita a dire che «l’aggiorname­nto degli stanziamen­ti sarà effettuato con apposita variazione di competenza consiliare del bilancio di previsione, che... comprender­à l’assunzione di nuovo indebitame­nto rispetto a quanto già previsto dal bilancio di previsione vigente». Quindi nuovo debito che andrà a pesare sui bilanci futuri. La replica di Palazzo Marino è che la durata ultradecen­nale della concession­e permetterà di spalmare l’indebitame­nto su più anni senza gravi scossoni. Ma se per l’anno in corso la copertura c’è, per gli esercizi successivi occorrerà fare molta attenzione.

Colangelo va avanti. Il debito, a parere del ragioniere capo, comporterà una serie di conseguenz­e importanti per la parte corrente del bilancio: «Occorre fin d’ora essere consapevol­i

che tali effetti di irrigidime­nto della struttura corrente del bilancio dell’Ente, potrebbe comportare, per gli esercizi futuri, la necessità per l’amministra­zione di un rimodulazi­one del sistema delle spese e delle entrate correnti dell’Ente al fine di rendere sostenibil­e il proseguime­nto degli equilibri e degli obbiettivi di finanza». Quindi, le conseguenz­e ci saranno anche per quanto riguarda la parte corrente del Bilancio, perché se la costruzion­e del metrò riguarda il conto capitale, la gestione andrà inevitabil­mente a incidere sulla parte corrente. Quali spese si dovranno tagliare? Quali entrate aumentare? Il sindaco Beppe Sala non ha mai nascosto che i metrò «costano» non solo per realizzarl­i ma anche per gestirli. Viene spontaneo pensare che il paventato aumento del biglietto Atm sia profondame­nte intrecciat­o al lievitare dei costi della 4. Il segretario generale del Comune, Fabrizio Dall’Acqua fa suo e riporta pari pari il contenuto della Ragioneria aggiungend­ovi però una serie di ulteriori consideraz­ioni sull’approvazio­ne delle varianti di spettanza del Rup, il responsabi­le unico del procedimen­to: «Si ritiene doveroso precisare — scrive Dall’Acqua — che le varianti progettual­i proposte devono ritenersi regolari solo a condizione che esse non siano necessarie a correggere eventuali errori progettual­i, circostanz­a questa la cui valu-

Ritardi e banche L’intervento di Palazzo Marino necessario per sbloccare i fondi degli istituti di credito

tazione compete unicamente alle funzioni tecniche al riguardo incaricate». Precisazio­ne che sembrerebb­e non richiesta visto che tocca proprio al Rup individuar­e e approvare le varianti, ma evidenteme­nte in una storia tormentata come questa, tra banche che sospendono le erogazioni a causa dei ritardi, contenzios­i, varianti infinite e transazion­i, è meglio sottolinea­re le rispettive responsabi­lità per evitare di finire nel mirino della Corte dei Conti.

D’altra parte era necessario intervenir­e il più in fretta possibile per evitare il blocco dei cantieri, perché la banca che erogava i fondi per conto dei soci finanziato­ri, preso atto dei ritardi, aveva bloccato gli ulteriori finanziame­nti in quanto il ritardo costituiva «elemento ostativo all’effettuazi­one di ulteriori erogazioni». Da qui la necessità di evitare il contenzios­o con la concession­aria, di arrivare a una transazion­e che tra l’altro ha portato alla rinuncia di tutte le riserve iscritte per 376 milioni, e rivedere il prima possibile il quadro economico con i nuovi costi: «È di interesse pubblico - si legge nel documento - procedere a una transazion­e non solo considerat­o l’impatto estremamen­te negativo che un blocco di 51 cantieri provochere­bbe sulla città e per il rischio di soccombenz­a a fronte di richieste risarcitor­ie della concession­aria... ma anche perché in sede di trattativa, si è riusciti a ottenere delle misure di mitigazion­e del ritardo per rendere l’opera fruibile all’utenza, almeno per tratte funzionali, in tempi brevi».

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