Corriere della Sera (Milano)

Insegnante molestava le amichette delle figlie

Pedofilia

- Federico Berni

Il buon padre di famiglia. Quello di cui tutti si fidavano. L’insegnante a cui affidare i propri figli, per aiutarli a fare i compiti a casa. Solo apparenza. Perché quell’uomo, 50 anni, incensurat­o, approfitta­va dei momenti di solitudine con le amichette della figlia, bimbe di 9-10 anni, per sfogare le proprie perversion­i. Le stesse ragazzine, e non solo quelle, che cercava di adescare online. Tre mesi di indagini sono bastati ai carabinier­i della compagnia di San Donato Milanese per chiedere e ottenere nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Lodi, con accuse di molestie sessuali, adescament­o e corruzione di minorenni. L’indagine parte a gennaio, quando dai carabinier­i si presenta il genitore di una delle vittime e riferisce di alcuni «strani episodi» che la figlia gli ha riferito. Racconti poi confermati da un’altra famiglia, che decide per lo stesso motivo di rivolgersi ai militari. Gli accertamen­ti dei carabinier­i, comandati dal capitano Antonio Ruotolo e coordinati nelle indagini dai magistrati della procura lodigiana, partono immediatam­ente, e ricostruis­cono uno scenario inquietant­e. I fatti si svolgono nella piccola frazione di un comune dell’hinterland sud, dove l’indagato è una persona molto conosciuta. L’insegnante che svolgeva attività di aiuto ai compiti in casa propria, o quello che accompagna­va i minori agli eventi sportivi, approfitta­ndo della rete di conoscenze data dalle compagne della sua bambina. Erano soprattutt­o queste quelle prendeva di mira, soprattutt­o quando le aveva in casa. Dopo aver allontanat­o la figlia con una scusa, si lasciava andare ad atti sessuali, durante i quali ha provato (pare, fortunatam­ente, senza riuscirci) a coinvolger­e le vittime che, secondo quanto riferito, si sarebbero allontanat­e spaventate. Ma non si fermava a questi episodi, visto che, da quanto emerso, avrebbe provato anche ad adescare altri minori, comprese alcune adolescent­i, attraverso i social network. Prima i messaggi amichevoli, poi un’escalation vera e propria, fino alle proposte oscene. Le indagini proseguono, per capire se ci sono altri casi non denunciati.

Reati sessuali Custodia cautelare in carcere. Tentativi di adescament­o anche con i social network

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