Pregiudicato sceglie come domicilio la sala d’aspetto del pronto soccorso
Lecco, allarme sicurezza negli ospedali. Il direttore sanitario: non ci è stato comunicato nulla
Alle spalle numerosi precedenti penali: furto, ricettazione, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale. Senza fissa dimora, alle forze dell’ordine avrebbe detto di vivere in ospedale. Che alcuni clochard, soprattutto nel periodo invernale, ma non solo, siano soliti trascorrere le loro notti al pronto soccorso di Lecco, non è una novità. Ma che qualcuno, sottoposto a sorveglianza speciale, abbia eletto a proprio domicilio temporaneo, come luogo insomma dove rintracciarlo tra le 22 di sera e le 6 del mattino, proprio la sala d’aspetto del Manzoni, ha scatenato pesanti polemiche. Eppure è esattamente quanto sarebbe accaduto. Protagonista un lecchese di 39 anni. Dopo un periodo in carcere è stato rimesso in libertà con una serie di prescrizioni alle quali dovrà attenersi per i prossimi 18 mesi. E ai militari che gli hanno notificato il provvedimento del tribunale per le misure di prevenzione, ha indicato come domicilio temporaneo il pronto soccorso. Gli atti sarebbero stati poi inoltrati all’autorità giudiziaria.
A far emergere la vicenda, l’ennesimo episodio di violenza dell’uomo, che ha dato in escandescenza aggredendo il personale sanitario, tanto da richiedere l’intervento della polizia, che avrebbe costatato come effettivamente vivesse li. Se è pur vero che a Brescia in passato un giovane era stato sottoposto dal giudice all’obbligo di dimora presso la panchina di un parco, a Lecco, dove la notizia arriva dopo mesi di battaglie dei sindacati per avere più controlli in ospedale, ha suscitato polemiche.
«Se le cose stanno davvero così, siamo al paradosso — la dura presa di posizione di Massimo Coppia, responsabile sanità della Uil del Lario — Siamo molto preoccupati. Servono più guardie giurate e il ripristino della portineria. Il portinaio del Pronto soccorso è stato spostato al desk centrale per coprire i buchi nei turni, i vigilantes stanno nella guardiola, mentre le guardie armate intervengono solo su richiesta con un servizio esterno. Medici e infermieri lavorano in condizioni di grande difficoltà».
Oggi sit-in davanti alla Prefettura di Como della Uil- Fpl per evidenziare i problemi di sicurezza nei presidi lariani. «Gli episodi di violenza si moltiplicano. Minacce, aggressioni, danneggiamenti fanno parte della quotidianità. Se poi abbiamo anche i pregiudicati che dormono in ospedale, siamo davvero alla frutta. Stiamo raccogliendo le firme per attivare un tavolo regionale della sicurezza». «Non ci risulta che qualcuno abbia eletto a domicilio la sala d’aspetto del pronto soccorso del Manzoni. Non ci è stato comunicato nulla, faremo i dovuti approfondimenti. Il personale quando nota qualcuno che la notte staziona nella hall, fa intervenire le guardie giurate e se serve vengono allertate le forze dell’ordine», la replica del direttore sanitario dell’Asst di Lecco, Flavia Simonetta Pirola.