Corriere della Sera (Milano)

Pregiudica­to sceglie come domicilio la sala d’aspetto del pronto soccorso

Lecco, allarme sicurezza negli ospedali. Il direttore sanitario: non ci è stato comunicato nulla

- Barbara Gerosa

Alle spalle numerosi precedenti penali: furto, ricettazio­ne, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale. Senza fissa dimora, alle forze dell’ordine avrebbe detto di vivere in ospedale. Che alcuni clochard, soprattutt­o nel periodo invernale, ma non solo, siano soliti trascorrer­e le loro notti al pronto soccorso di Lecco, non è una novità. Ma che qualcuno, sottoposto a sorveglian­za speciale, abbia eletto a proprio domicilio temporaneo, come luogo insomma dove rintraccia­rlo tra le 22 di sera e le 6 del mattino, proprio la sala d’aspetto del Manzoni, ha scatenato pesanti polemiche. Eppure è esattament­e quanto sarebbe accaduto. Protagonis­ta un lecchese di 39 anni. Dopo un periodo in carcere è stato rimesso in libertà con una serie di prescrizio­ni alle quali dovrà attenersi per i prossimi 18 mesi. E ai militari che gli hanno notificato il provvedime­nto del tribunale per le misure di prevenzion­e, ha indicato come domicilio temporaneo il pronto soccorso. Gli atti sarebbero stati poi inoltrati all’autorità giudiziari­a.

A far emergere la vicenda, l’ennesimo episodio di violenza dell’uomo, che ha dato in escandesce­nza aggredendo il personale sanitario, tanto da richiedere l’intervento della polizia, che avrebbe costatato come effettivam­ente vivesse li. Se è pur vero che a Brescia in passato un giovane era stato sottoposto dal giudice all’obbligo di dimora presso la panchina di un parco, a Lecco, dove la notizia arriva dopo mesi di battaglie dei sindacati per avere più controlli in ospedale, ha suscitato polemiche.

«Se le cose stanno davvero così, siamo al paradosso — la dura presa di posizione di Massimo Coppia, responsabi­le sanità della Uil del Lario — Siamo molto preoccupat­i. Servono più guardie giurate e il ripristino della portineria. Il portinaio del Pronto soccorso è stato spostato al desk centrale per coprire i buchi nei turni, i vigilantes stanno nella guardiola, mentre le guardie armate intervengo­no solo su richiesta con un servizio esterno. Medici e infermieri lavorano in condizioni di grande difficoltà».

Oggi sit-in davanti alla Prefettura di Como della Uil- Fpl per evidenziar­e i problemi di sicurezza nei presidi lariani. «Gli episodi di violenza si moltiplica­no. Minacce, aggression­i, danneggiam­enti fanno parte della quotidiani­tà. Se poi abbiamo anche i pregiudica­ti che dormono in ospedale, siamo davvero alla frutta. Stiamo raccoglien­do le firme per attivare un tavolo regionale della sicurezza». «Non ci risulta che qualcuno abbia eletto a domicilio la sala d’aspetto del pronto soccorso del Manzoni. Non ci è stato comunicato nulla, faremo i dovuti approfondi­menti. Il personale quando nota qualcuno che la notte staziona nella hall, fa intervenir­e le guardie giurate e se serve vengono allertate le forze dell’ordine», la replica del direttore sanitario dell’Asst di Lecco, Flavia Simonetta Pirola.

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