Corriere della Sera (Milano)

«La prima volta nel ’47» Tutte le corse del veterano da Monza al Resegone

Ermenegild­o Favero, 91enne, starter della 58° edizione

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MONZA «Quando si arriva ad Erve con 37 chilometri nelle gambe è lì che inizia la gara». Ermenegild­o Favero se lo ricorda bene il «Pra’ di Rat», quei quattro chilometri e 600 metri di dislivello che si inerpicano verso la capanna degli alpinisti Monzesi.

A 91 anni compiuti ad ottobre, è il veterano della MonzaReseg­one, l’unico testimone di quella prima edizione del dopoguerra nel 1947, quando aveva vent’anni e partecipò con gli amici di sempre. Per questo sarà tutto suo l’onore di dare il via, la sera del 23 giugno sotto i portici dell’Arengario alla cinquantot­tesima edizione che vedrà ai blocchi di partenza 280 squadre e 840 atleti.

Con emozione si prepara a rivivere quell’atmosfera di pre-gara, con le squadre che si ritrovano, si preparano, studiano una strategia, tra il calore del pubblico. «Nel ’47 arrivai quarto — ricorda — con me c’era Enrico Casiraghi, Luigi Gaslini e Ugo Giove, amici del quartiere di San Biagio. L’anno dopo con la stessa formazione il secondo posto fu nostro. La vittoria arrivò nel 1950, quando la nostra società, la Gaem (Giovani alpinisti escursioni­sti monzesi) mi chiese di correre con l’amico Umberto Marchesi e due marciatori fortissimi di Como, Massa e Musassi. Mi dispiace di non avere nemmeno una foto di quel momento perché arrivati a pezzi in capanna ci perdemmo di vista». Allora la Monza-Resegone era una gara di marcia e Favero vinse dopo 42 chilometri percorsi in cinque ore e un minuto. Oggi invece la gara è sempre promossa dalla Società Alpinisti Monzesi, ma si corre, le squadre sono maschili, femminili, miste e il record da battere è quello del 2015 di 2 ore 13 minuti e 32 secondi.

«Ai nostri tempi nessuno ti portava lo zaino, anzi, per regolament­o, dovevamo avere cinque chili sulle spalle — spiega il veterano — e non avevamo certo a disposizio­ne l’attrezzatu­ra tecnica che c’è oggi. Vinsi 500 lire che allora significav­a potersi permettere una bella bicicletta da corsa». La passione per la marcia al signor Ermenegild­o (per tutti Gildo), arriva a 13 anni: «Lavoravo in officina per otto o die- ci ore e poi mi sfogavo marciando. Ho iniziato a partecipar­e a tante gare e vincevo quasi sempre. Ricordo i 22 chilometri della Genova Arenzano perché fui il concorrent­e più giovane, poi il doppio giro di Olgiate Olona, la Bellano Giumello e ritorno. Avevo un cassettino con tutte le mie medaglie che poi un giorno mia mamma dovette vendere perché in famiglia eravamo nove figli e si faceva fatica a mettere tutti a tavola».

Per prepararsi a quella prima edizione della Monza-Resegone nel dopoguerra, il campo di gara era Viale Cesare Battisti verso Villa Reale: «Allora non passavano le auto, al massimo il carro della spazzatura con il carrettier­e che alla sera era sempre ubriaco. Tre volte alla settimana marciavamo fino a Carate e ritorno, poi la domenica si andava in montagna. Il Pra’ di Rat lo conoscevam­o a memoria ed eravamo dei veri stambecchi».

Dopo la vittoria nel 1950 partecipò ad almeno altre dodici edizioni, l’ultima nel 1977

Palmarès

Il quarto posto della prima gara di 42 km, poi il secondo e infine la vittoria nel 1950

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(Radaelli) Ricordi Ermenegild­o Favero, 91 anni compiuti a ottobre, tra i suoi cimeli

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