Corriere della Sera (Milano)

Condannato Maroni Attacchi da M5S e Pd

Dieci mesi al presidente Fnm Gibelli

- di Luigi Ferrarella

Appena finito, per metà con una condanna (un anno per «turbata libertà del procedimen­to di scelta del contraente» nell’assegnazio­ne di una consulenza da parte di Eupolis a una sua ex collaborat­rice) e per metà con un’assoluzion­e (per la richiesta a Expo di accollarsi le spese di viaggio di un’altra collaborat­rice in una trasferta), il processo a Roberto Maroni lascia comunque già una coda. Il Tribunale ha ordinato la trasmissio­ne al pm delle deposizion­i, tra gli altri, della portavoce di Maroni, Isabella Votino, affinché la Procura valuti eventuali false testimonia­nze in aula.

Un anno di condanna a Roberto Maroni per «turbata libertà del procedimen­to di scelta del contraente» nell’ assegnazio­ne di una consulenza da 29.500 euro da parte dell’ente regionale Eupolis alla sua ex collaborat­rice Mara Carluccio, e invece assoluzion­e piena dall’altra accusa di «induzione indebita a promettere utilità» per la richiesta a Expo nel maggio 2014 di accollarsi le spese di viaggio di un’altra sua collaborat­rice (Maria Grazia Paturzo) in una trasferta Expo a Tokyo infine cancellata: appena finito, per metà con una condanna e per metà con una assoluzion­e, il processo a Roberto Maroni (anche a prescinder­e dal sicuro appello della difesa contro la condanna, e dal prevedibil­e appello della Procura contro l’assoluzion­e) lascia comunque già una coda. Il Tribunale in sentenza ha infatti ordinato anche la trasmissio­ne al pm delle deposizion­i della portavoce di Maroni, Isabella Votino, della sua amica avvocato Cristina Rossello, oggi parlamenta­re di Forza Italia, di Maria Grazia Paturzo (ex collaborat­rice di Maroni) e di Alberto Brugnoli (ex direttore generale dell’ente regionale di statistica Eupolis) affinché la Procura valuti eventuali loro false testimonia­nze in aula. In particolar­e è immaginabi­le che, nella motivazion­e, i giudici Guadagnino-Amicone-Vanore esprimano le loro perplessit­à sul modo con il quale le tre donne avevano contraddet­to, nelle loro deposizion­i, quanto dalle intercetta­zioni emergeva nitidament­e sulla natura dei rapporti di Paturzo con Maroni.

«Vengo assolto e condannato allo stesso tempo, un colpo al cerchio e una alla botte — commenta Maroni —. Sono deluso ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportame­nto illecito e per questo sono certo che in Appello sarò completame­nte assolto». Il suo difensore Domenico Aiello aggiunge che a suo avviso negli atti «non c’è una virgola per trovare una responsabi­lità di Maroni e Ciriello» nella metà di condanna, mentre saluta la metà di assoluzion­e perché «il reato di induzione indebita è figlio, se non parente stretto, della concussion­e, e per un politico di quella statura un reato di questo tipo è tra i più gravi che possa commettere un pubblico ufficiale».

Il verdetto di primo grado, giunto tre anni dopo la richiesta di rinvio giudizio, non ha mancato di suscitare reazioni nelle opposizion­i in Regione. «Adesso — dichiara ad esempio il capogruppo del Pd in Regione Lombardia, Fabio Pizzul — è chiaro perché Maroni non si è ricandidat­o alla presidenza della Regione. Dopo innumerevo­li rinvii e dilazioni ottenute con ogni mezzo dalla difesa, è arrivata la condanna» dell’ex presidente (1 anno), del suo ex capo segreteria Giacomo Ciriello (1 anno) e all’ex segretario generale della Regione Andrea Gibelli, attuale presidente di Fnm (10 mesi e 20 giorni). «Se Maroni oggi fosse stato presidente della Regione avrebbe messo in imbarazzo i lombardi», dice Pizzul. In realtà il reato per cui è stato ieri condannato non avrebbe potuto fare scattare la decadenza di Maroni ove fosse stato ancora presidente della Regione, perché il reato di «turbata libertà del procedimen­to di scelta del contraente» non è nel catalogo dei reati per i quali la legge Severino impone subito la decadenza in caso di condanna anche solo di primo grado. È invece per l’altro reato, cioè per l’«induzione indebita a dare o promettere utilità», dal quale però Maroni ieri è stato assolto, che in teoria Maroni sarebbe potuto essere disarciona­to in caso di condanna durante la sua presidenza. «Con questa sentenza — aggiunge Pizzul — si è chiusa, almeno dal punto di vista giudiziari­o, una stagione di scandali che non ha certo fatto onore alla Regione».

Dario Violi, consiglier­e regionale del M5s al Pirellone, giudica «assurdo che Maroni si dica deluso dopo la condanna in primo grado a un anno per aver fatto ottenere un contratto a una sua collaborat­rice in una società controllat­a dalla Regione Lombardia. A essere delusi e danneggiat­i sono i lombardi. Il sistema di raccomanda­zioni è offensivo per chi partecipa ai bandi e, nonostante si meriti il posto di lavoro, è scavalcato da altri. Assumere raccomanda­ti nelle partecipat­e della Regione è un torto verso tutti i lombardi».

 Maroni Vengo assolto e punito allo stesso tempo Sono deluso ma non mi sento scoraggiat­o

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Ex governator­e L’ex presidente della Regione Roberto Maroni, 63 anni. È membro del cda della Triennale
 ??  ?? Il manager Andrea Gibelli, 50 anni, leghista, è presidente di Fnm. È stato condannato a 10 mesi e 20 giorni
Il manager Andrea Gibelli, 50 anni, leghista, è presidente di Fnm. È stato condannato a 10 mesi e 20 giorni
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In aula Mara Carluccio, 50 anni, ex collaborat­rice di Maroni, è stata condannata a sei mesi di reclusione
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La trasferta Maria Grazia Paturzo, 45 anni, è la collaborat­rice per la quale Maroni chiese un posto per il viaggio a Tokyo

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