«I figli sono un tabù per chi fa ricerca Dovrò rimandare»
La dottoranda
«Siamo ancora a discutere di pari opportunità, quando dovrebbe essere una conquista acquisita. Mi scontro con il tema ogni giorno, e sono pronta a farlo ancora, nell’interesse mio e delle colleghe, ma è un argomento da portare all’attenzione di tutti, con urgenza». Anna Calissano, 26 anni, originaria di Genova, dottoranda con aspirazioni di carriera universitaria. «Avevo fatto il liceo classico nella mia città, ma avevo la passione per le materie scientifiche e sono venuta a Milano per Ingegneria matematica, facoltà del Politecnico». Oggi è dottoranda in Modelli e metodi matematici e si occupa di statistica applicata per i progetti legati a Milano smart city. «Tra due anni finirò il dottorato e dovrei lottare per l’assegno post doc. Ma ho paura, perché mi troverò davanti a un bivio: il tema della famiglia, con tutti gli impegni che i figli comportano, è un tabù tra i miei colleghi — continua Anna —. Temo che dovrò scendere a compromessi con il progetto di avere figli e occuparmene, forse dovrò rimandare chissà fino a quando, per costruirmi una carriera. Succede ovunque: nelle aziende e nelle università». Gli atenei, luogo della cultura, sono però il luogo deputato a promuovere una dimensione del lavoro sostenibile: «Sostenibile per tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani — conclude — Gli avanzamenti di carriera (e stipendio) vanno concessi soltanto in base al merito».
Tra due anni finirò il dottorato e dovrei lottare per l’assegno post doc Ma ho paura