Dall’Afghanistan a Mark Haddon
Sessanta titoli nel nuovo cartellone dell’Elfo
Una stagione che rifiorisce ogni anno. Come le rose che compongono il logo 2018-19 realizzato appositamente dall’artista statunitense Kiki Smith. Ma la stagione del Teatro Elfo Puccini è ormai un grande roseto, con radici profonde nel terreno cittadino e ramificazioni rigogliose sul territorio nazionale. Come la produzione di punta del cartellone prossimo venturo, «Afghanistan-Enduring Freedom», che debutterà l’8 luglio al Napoli Teatro Festival e il 23 ottobre a Milano, secondo tassello, dopo «Afghanistan-Il grande gioco», di un grande affresco su quel tormentato Paese dal 1842 ai giorni nostri, composto da dieci testi di altrettanti autori inglesi e americani (David Greig, Simon Stephens e Naomi Wallace, tra gli altri).
«Questa seconda parte del Progetto Afghanistan — dicono Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, loro la regia — è più intimo e meno storico. Copre un arco temporale che va dagli anni ’90 a oggi e mette l’accento su personaggi noti, come Massud, o gente comune a sottolineare quanto sia difficile per noi occidentali rapportarci con quella cultura. È una sorta di Odissea in un mondo che proprio dagli occidentali è stato distrutto».
L’altra grande produzione maison, sempre a regia BruniDe Capitani, sarà «Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte», riscrittura per la scena del best-seller di Mark Haddon firmata da Simon Stephens, sulla storia di un adolescente con la sindrome di Asperger. E il tema dell’autismo torna anche in «Dedalo e Icaro» della compagnia Eco di Fondo, una delle numerose coproduzioni con cui il Teatro dell’Elfo ha intelligentemente sostituito la spesso deleteria abitudine degli scambi di spettacoli «a scatola chiusa» con altri teatri. Buona pratica applicata anche per «Amleto Take Away» della compagnia Berardi-Casolari e per la mo- lieriana «Scuola delle mogli» diretta da Arturo Cirillo, a cui si affiancano sette riprese (tra queste, «L’acrobata» e gli shakespeariani «Sogno di una notte dio mezza estate» e «La tempesta»). Ma la stagione è imponente e conta su 60 titoli per circa 500 repliche, su oltre 7.000 abbonati e un numero di spettatori che, quest’anno, ha superato le 100mila presenze. Contaminazioni e orgogliosa eterogeneità a dominare il cartellone. Ma anche continuità con alcuni artisti e compagnie come Paolo Fresu («Chet»), Fausto Paravidino («Il senso della vita di Emma»), Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa («Lear, schiavo d’amore»), Moni Ovadia («Mimì»), Danio Manfredini («Luciano»), Gabriele Lavia («I ragazzi che si amano») e Carrozzeria Orfeo («Cous Cous Klan»). A questi si aggiungono, nel nutrito drappello dedito alla drammaturgia contemporanea, Elisabetta Pozzi, Claudia Castellucci e Chiara Guidi, Renato Sarti, Cinzia Spanò, Rosario Tedesco, Monica Nappo, Nicola Russo, Emanuele Aldrovandi e Massimiliano Civica. E poi le «personali», che saranno dedicate a Carullo-Minasi, Vetrano-Randisi e al gruppo The Baby Walk, ma anche le sinergie con altri teatri milanesi come Filodrammatici e Parenti e il sostegno a compagnie indipendenti come Animanera, Ura Teatro, Fattoria Vittadini e Phoebe Zeitgeist.