Concerti
Le Vacanze di Fabri partono da Legnano Live al Rugby Sound
Voce fuori dal coro che urla il malessere delle nuove generazioni con rime al vetriolo, Fabri Fibra parte con il suo «Le Vacanze Tour» dall’Isola del Castello di Legnano (via Castello 1, ore 21, ing. 23 euro). Uno show, inserito nel festival Rugby Sound, in cui il 41enne artista marchigiano racconta l’Italia al tempo dei social e tocca con durezza temi personali.
Che cosa è cambiato dal primo disco «Turbe giovanili» a «Fenomeno»?
«È cambiato tutto, soprattutto nel rap: è passato dall’essere un genere di nicchia al mainstream. È cambiata la discografia e pure il mercato, la distribuzione, l’esposizione. Di sicuro è cambiato il mio approccio, ma penso che la radice sia sempre la stessa».
È più facile rappare versi d’amore o versi di odio?
«Il rap è un genere competitivo e aggressivo, di base. Ma è anche molto duttile e se sai scrivere, le rime si possono piegare ad ogni necessità. A volte anche nell’odio ci può essere amore. E viceversa. Il rap si presta molto a seconde e terze letture, bisogna ascoltarlo con attenzione per capire il senso dei testi».
Molti vi indicano come i nuovi cantautori. Pensate di aver anche voi un ruolo sociale e politico?
«Senza dubbio. Forse più sociale che politico perché questo aggettivo oggi è svuotato del suo valore. Alcuni rapper hanno messo talmente tanta realtà nei loro pezzi che la loro musica non può che creare consapevolezza sociale. Nei miei brani, come “Vip in trip” o “In Italia”, la presenza di questa realtà italiana non è mai secondaria».
Con Saviano c’è stima reciproca. In «Considerazioni» avete fatto un inno alla legalizzazione della cannabis. Cosa pensa della polemica sugli immigrati tra lui e Salvini?
«Roberto è un giornalista, uno scrittore di successo, tutte le sue notizie sono argomentate, supportate da fatti, numeri e ricerche. La gente invece non ha modo né tempo di informarsi veramente e allora prevale spesso un urlo da curva dello stadio, alimentato molto dai social».