Corriere della Sera (Milano)

Dal treno al metrò

I PENDOLARI VIAGGIANO NEL TEMPO

- di Massimo Sideri

Lo potremmo prendere come un viaggio nel tempo, che comincia nel 1840 e finisce nel 2018. Anzi, no: nel 2020. Nel futuro. Dal lunedì al venerdì. Dall'alba al tramonto. Ma diciamo che ci vorrebbe molta filosofia. Il viaggio nel tempo è quello di Mister Pendolare milanese. Proviamo a immaginare cosa possa significar­e, ai suoi occhi ormai abituati a quasi tutto, il nuovo tornello della metropolit­ana salta-file, salta-macchinett­a, addirittur­a salta-biglietto visto che basta una carta contactles­s. La meraviglia della tecnologia che migliora la vita: chi non si è trovato almeno una volta senza monetine, magari di corsa, bloccato in qualche stazione? Mister Pendolare esce al mattino, per esempio, alla stazione di Novate Milanese. Dunque nemmeno troppo distante dal centro. Può prendere un comodo mezzo Trenord: la stazione di Novate si trova ancora oggi di fronte alla fabbrica di tessuti di inizio Novecento Filtri e Feltri della famiglia Testori, la stessa del suo cantore. Se riesce a saltare scioperi, ritardi e complicazi­oni impiega 37 minuti per percorrere i circa 15 chilometri che lo separano dal 2020. Vuole dire che va a meno di 30 chilometri orari. Ora la prima ferrovia meneghina Monza-Porta Nuova fu costruita nel 1840 dopo il fallimenta­re progetto di collegare Milano a Como, tre anni prima, di Giovannino Volta, figlio del padre della batteria. Così ne scriveva uno dei fogli dell’epoca il giorno dell’inaugurazi­one, avvenuta il 17 agosto del 1840.

«La locomotiva Lombardia pavesata di vessilli e festoni, traina un convoglio di tre carrozze sulle quali, hanno preso posto l’Arciduca, l’arcivescov­o, tutte le autorità, una scorta militare d’onore e una banda militare. Il percorso, di km 12,8, viene coperto in soli 19 minuti, realizzand­o una media di 40,4 km/ora, di gran lunga superiore a quella delle più veloci carrozze a cavalli». Oggi, ad onor del vero, dovremmo aggiungere «più veloce anche del collegamen­to con Novate di 178 anni dopo». In effetti, ad essere onesti, dovremmo pensare che a Mister Pendolare, forse, poco interessa, una volta giunto in metropolit­ana, questo sprazzo di futuro che gli fa risparmiar­e mezzo minuto quando il resto della sua giornata rimane ancorata a rituali ottocentes­chi. Dovremmo portare tutta la Lombardia nel 2020. Che senso ha svegliarsi in Brianza nel 1840 per vedere ogni giorno l’ultimo miglio di futuro quando poi si è costretti a tornare indietro nel tempo?

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