Un’altra periferia firmata da Piano
Il vicepremier contro il dossier per i poli religiosi
Le future moschee e i campi rom regolari. Milano è sempre al centro delle preoccupazioni di Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e soprattutto ministro dell’Interno che ieri è tornato a ribadire la sua visione di città sulla quale ormai da settimane lanciata la sua Opa politica. «Io da milanese tifo per la mia città a prescindere», ha risposto a chi gli chiedeva un giudizio sull’operato di Beppe Sala e sulla possibilità che il sindaco diventi una specie di antiSalvini, un leader del centrosinistra di profilo nazionale. Ma ecco, subito dopo, la stoccata all’amministrazione di centrosinistra: «Sempre da milanese credo però che sei moschee non siano la priorità della città».
L’occasione del ritorno a casa per il vicepremier leghista era il Festival del lavoro organizzato nei padiglioni di Mico. Durante il suo intervento ufficiale, Salvini si è tolto ancora un sassolino dalla scarpa sull’altro tema forte della comunicazione leghista: i campi rom. «Andate in quello di via Chiesa Rossa», si è rivolto il capo leghista agli astanti: «Andateci senza portafogli, senza oro e gioielli addosso. Andate a vedere quello che succede. Abbiamo proposto il censimento dei rom perché almeno i bambini possano andare a scuola e condurre un’esistenza tranquilla».
Il tema centrale «milanese» è però quello della preghiera islamica. L’affondo salviniano prende spunto dal Piano delle attrezzature religiose, un documento prescritto ai Comuni lombardi dalla Regione a guida leghista come condizione ineludibile per poter aprire nuovi luoghi di preghiera e che prevede una serie di adempimenti stringenti, dalla presenza di strade di collegamento, distanze minime, parcheggio pubblico. In sintesi: tre settimane fa Palazzo Marino ne ha individuati diciotto che si andranno ad aggiungere agli altri. Tre sono aree pubbliche, e saranno messe a bando al termine dell’approvazione del Piano di governo del territorio. Si tratta di via Marignano, via Esterle e un’area da individuare all’interno dell’ambito del parcheggio Trenno di via Novara. Scomparso invece il Palasharp. Per via Marignano c’è l’interesse degli Evangelici, mentre per via Esterle e via Novara in prima fila ci sono le comunità islamiche.
Tra le richieste dichiarate accoglibili dal piano ci sono anche quattro immobili sempre relativi alle comunità islamiche: via Padova/Cascina Gobba (Associazione Al-Waqf Al-Islami in Italia), via Maderna (Comunità Culturale Islamica Milli Gorus), via Gonin (Associazione Culturale no profit Der El Hadith) e via Quaranta (Comunità Islamica Fajr). Assente invece dall’elenco viale Jenner. In totale, secondo la ricostruzione leghista, fanno appunto sei moschee regolari.
Al vicepremier Matteo Salvini risponde allora Pierfrancesco Maran, assessore del Pd all’Urbanistica. «Salvini non faccia demagogia, a Milano abbiamo ben chiaro che le nostre priorità sono creare posti di lavoro e riqualificare i quartieri popolari.Intorno a questi obiettivi costruiamo la nostra azione quotidiana e il piano Milano 2030. Poi certo che a Milano è garantito il diritto di culto per tutti i credo come previsto dalla Costituzione, spero la pensi così anche il ministro dell’Interno».
Ancora più duro Pierfrancesco Majorino, titolare delle deleghe al Welfare: «Un ministro dell’Interno dovrebbe avere più paura degli scantinati dove si può fare propaganda senza essere controllati che di piccole moschee realizzate senza costi per il Comune e molto più dignitose e controllabili. Ma Salvini non riesce a capire che si dovrebbe occupare della sicurezza di tutti e non solo della sua propaganda».
Lo stesso Majorino ieri ha poi rilanciato la sua «Ricetta Milano», la formula dei pranzi solidali inaugurata dalla mega-tavolata di due chilometri al Parco Sempione con italiani e migranti sabato scorso.
«Partiremo il 6 ottobre da Casa Jannacci, il centro per senzatetto pubblico più grande d’Italia,e poi daremo vita a decine di pranzi e cene in centri anziani, caseggiati, appartamenti privati», ha spiegato Majorino: «Un itinerario di iniziative in programma nei nostri quartieri, per conoscersi, condividere il cibo. Incontrarsi».